Allestimento 96esimo Pitti Uomo
“Tony” di Beatrice Brandini
Si è appena conclusa la 96esima edizione di Pitti Immagine Uomo, il salone di riferimento per la moda maschile con le sue collezioni sartoriali, lifestyle, sportswear e accessori. Un’appuntamento imperdibile per scoprire le nuove tendenze, nuovi brand, giovani designer e collaborazioni per nuovi mercati, confermando che questo salone è la punta di diamante che offre una vera proposta trasversale per l’uomo.
La chiusura della fiera ha registrato 30.000 visitatori complessivi, di cui 18.500 buyer interni e 8.500 stranieri. I brand presenti, 1.220 totali, devono ritenersi soddisfatti soprattutto per l’indotto creato dall’on line poiché, nei quattro gg della fiera, 352.000 sono state le pagine visualizzate e 3,8 milioni di interazioni nei social media.
La prima carrellata di immagini è dedicata ai brand sportswear iconici che sono entrati di diritto nella storia dell’abbigliamento sportivo.
COLMAR tutte molto belle le collezioni presentate in fiera. Gusto retrò che s’ispira al tennis, ma anche colori acidi e pop dal gusto eighties, Una storia italiana di qualità e stile.
BEST COMPANY. Un nuovo interessante corso di questo brand che ha caratterizzato un epoca, quella dei paninari, in cui avere la felpa Best Company era uno status symbol. Adesso le collezioni sono più clean, interessante la parte ricamata “punto croce” con soluzioni raffinate.
DIRK BIKKEMBERGS energia pura, colore, stampe e un culto per la valorizzazione della fisicità maschile.
ELLESSE Brand che insieme a pochi altri ha contribuito alla nascita del “Made in Italy” anche nello sport. Importante il lavoro degli ultimi anni con un occhio al passato e l’altro proiettato al futuro. Impatto positivo e forte dello stand qui al Pitti.
FILA Un’altro brand iconico nella moda sportiva che conserva intatto l’allure degli esordi. Molto belle le collezioni check e la parte femminile glamour e sexy. Bravi poiché non si stanno fossilizzando nel successo delle ultime stagioni ma sperimentano anche con coraggio.
MOON BOOT Marchio universalmente riconosciuto per il doposci, ha ribaltato le convenzioni proponendo qui a Pitti una collezione estiva e lo ha fatto meravigliosamente bene. Se da sempre lasciano un’impronta sulla neve, probabilmente con questa collezione sarà facile lasciarla anche sulla sabbia. Bellissima! Sono sicura che li vedrò indosso a star come Rihanna, Drake o Justin Bieber.
K – WAY Bellissima collezione. Una conferma ad un lavoro che guarda sempre avanti nelle sperimentazione di forme, volumi e materiali. Personalmente vorrei averli tutti poiché tutti adattabili ad un utilizzo diverso speso nelle 24 h ore. C’è infatti lo street, il bon ton, il concettuale, ma non sono temi individuali, sono un’intera collezione rivolta allo tesso consumatore, quello attento e raffinato che anche con un “rain jacket” vuole distinguersi.
Ho sviluppato 5 piccoli board su quelle che ritengo potranno essere fra le tendenze più significative per l’estate 2020.
RESORT
RIGHE soprattutto. Madras, disegni marini ispirati a flora e fauna ma anche a nodi marinai ed ancore. Un mix di colori i cui primari sono blue e rosso. Uno stile senza tempo, un po’ retrò. Giacche, camicie, polo, maglie; i codici dello sportswear interpretati in chiave chic. Cotoni, viscose opache, gros grain, stampe.
SPORTY COLORIST
OVER. Volumi ampi, colori brillanti e vitaminici. Street style, checks; PVC, siliconi, rete gommata.
TEXTURE BROWN
A NEW CLASSIC. Una nuova classicità in cui il marrone e il nero si mescolano dando origine ad una nuova tonalità. Fogge sartoriali decostruite. Lane leggere, lane e viscose, satin.
EXOTIC
FLOWERS e disegni jacquard. Mood tropical ed esotico. Ancora lifestyle e streetwear nei volumi. Colori flou. Tessuti stampati.
ACQUA ZEN
CLEAN SOFISTICATO. Linee pulite, morbide. Lino, popeline di cotone, garze, drill di cotone.
Péro. Quello con questo brand è per me un amore viscerale. Preziosissime collezioni colme di poesia e raffinatezza. Allestimenti sorprendenti per originalità e ironia. Dai nanetti marinai dello scorso anno, alla coppia di camerieri agé un po’ tremolanti., Irresistibili!
Karl Lagerfeld. Grande commozione per la prima collezione dopo la scomparsa del suo mentore. Stand caratterizzato da ricordi, foto e gli splendidi disegni dell’indimenticabile Karl. Sebastien Jondeau, assistente personale per più di 20 anni di Lagerfeld, sarà, dalla primavera 2020, menswear ambassador della linea.
Drumohr. Un design sartoriale dal sapore artigianale, materie prime preziose soprattutto per la lavorazione dei filati. Un’eleganza senza tempo che ha fra i suoi estimatori personaggi del jet set di tutto il mondo, fra cui, in passato, un icona di classe come Gianni Agnelli.
MAKE: una scatola magica all’interno della quale il progetto che valorizza la new generation di artigiani di tutto il mondo. Collezioni e oggetti speciali come: Stefano Cau, Chapal, Marie Weber, Casablanca 1942, Cultero, Zamparini Shoes.
MOVE Officine del Cappello. Anche in questo caso non mi stancherò mai di fotografare e postare immagini di questo incredibile artista, Massimiliano Amicucci, che da oltre 30 anni realizza meravigliosi cappelli per la moda e produzioni cinematografiche e teatrali internazionali. Fra gli ultimi lavori quelli prodotti per “Catch-22”, “Rachel”, “Il Filo Nascosto (Phantom Thread)”, “L’ora più buia (Darkest Hour)”, “Loro” di Sorrentino…
Z ZEGNA. Una collezione fantastica che, stagione dopo stagione, si riconferma per la sua creatività, bellezza, innovazione. Quest’anno ancora più importante l’attenzione al pianeta con “A conscious Lifestyle”, materiali ottenuti da fibre riciclate e riciclabili, trattamenti e lavaggi “water-friendly” che riducono notevolmente il consumo di acqua. Materiali dal peso piuma, motivi Madras, texture iridescenti, capispalla da volumi ampi, mesh tecnica e stampata dal tatto morbidissimo. Fossi nel board dell’azienda mai mi farei scappare Alessandro Sartori, il Direttore Artistico.
Si conclude qui la mia panoramica dedicata alla 96esima edizione di Pitti Uomo, un business che vale 9,5 miliardi di euro e che vede l’export a quota 67%. Confermando che nel mondo c’è sempre più voglia (e necessità) di Made in Italy.
Buona vita a tutti!
Beatrice