A Venezia, imperdibile, “Surrealismo e Magia. La modernità incantata”.

“La vestizione della sposa” di Max Ernst, 1940. Collezione Peggy Guggenheim Venezia

“Gala” di Beatrice Brandini

Una bellissima mostra, nata in collaborazione tra la Collezione Peggy Guggenheim e il Museum Barberini (a Potsdam), mette in risalto l’interesse dei surrealisti per la magia.

“Il gioco magico dei fiori” di Dorothea Tanning, 1941. Collezione privata

A Venezia, a Palazzo Venier dei Leoni,  sede della Collezione Peggy Guggenheim, possiamo ammirare una sessantina di opere provenienti da grandi musei come il Centre Pompidou, il Metropolitan Museum, il Guggenheim di New York, e collezioni internazionali, che offrono un’interessante panoramica sul Surrealismo e il rapporto che questa corrente aveva con i suoi autori; l’artista era un pò un alchimista, un visionario, che trattava la magia assorbendo dalle sue sfaccettature  e sfumature più filosofiche e poetiche.

“Il surrealista” di Victor Brauner, 1947. Collezione Peggy Guggenheim Venezia

L’esposizione mette in risalto innanzitutto il prezioso patrimonio di opere surrealiste della Collezione Peggy Guggenheim, opere che la stessa mecenate aveva raccolto già alla fine degli anni trenta del Novecento, diventando amica intima di Max Ernst e André Breton, fondatore del movimento e autore del suo Manifesto.

“I piaceri di Dagoberto” di Leonora Carrington, 1945.  Collezione privata

Il progetto, curato da Grazina Subelyté, come già accennato, vuole mettere in risalto l’interesse diffuso per l’irrazionale, il mito e l’esoterico, interesse che spingeva gli artisti dell’avanguardia surrealista, a considerare la magia come una forma di espressione poetica e filosofica, cercando di emancipare il proprio io e la propria interiorità.

“Il cervello del bambino” di Giorgio de Chirico, 1917. Moderna Museum di Stoccolma.

Sogno e magia, inconscio e raziocini, sono domande e tormenti di ogni essere umano, ma che negli artisti, grazie alla loro camaleontica personalità, si evidenziano in maniera esponenziale, sfociando in capolavori come quelli presenti nella mostra di Venezia. Il percorso espositivo include infatti lavori di Salvator Dalí, Leonor Fini, René Magritte, Yves Tanguy, Roberto Matta, Giorgio de Chirico e molti altri.

Uno scorcio di Palazzo Venier dei Leoni, sede della Collezione Peggy Guggenheim

L’esposizione inaugurata il 9 aprile terminerà il 26 settembre 2022, lasciando il testimone al Museum Barberini di Potsdam, alle porte di Berlino, fino al 29 gennaio 2023. 

   

Schiaparelli Collezione Haute Couture PE 2022

Infine, come faccio ormai dal 2013, anno in cui ho pubblicato il mio primo post, è bello vedere come arte e moda siano sempre di più espressioni confinanti,  ricche di influenze e scambi reciproci. Le ultime sfilate hanno evidenziato come alcuni designer abbiano attinto spudoratamente ai codici del surrealismo; abbiamo visto l’interpretazione del trompe l’oeil da Dolce & Gabbana, le grandi labbra di Jonathan Anderson per Loewe, il tempo e la musica di Jeremy Scott per Moschino (come l’abito un omaggio a Dalì e alla sua The Anthropomorphic Cabinet) e molto altro.

 

JW Anderson per Loewe, collezione  PE 2022

Anche le quotazioni delle opere surrealiste hanno toccato cifre da record. L’opera L’empire des lumiéres di René Magritte è stata aggiudicata per un valore di 59,4 milioni di sterline, da Sotheby’s London, triplicando il record di questo artista.

   

Jeremy Scott per Moschino, Collezione PE 2022

Non è un caso che il surrealismo si manifestò soprattutto dopo la grande crisi del ’29, c’era una necessità, ed era quella di evadere e di entrare in un mondo surreale, appunto, caratterizzato da metamorfosi, magia, incanto, sogno. Non siamo tanto lontani dai bisogni di oggi. La pandemia ci ha privato, per almeno due anni, delle relazioni, del lavoro, della famiglia, del benessere e tutto ciò che fino ad allora ci sembrava normale non lo era più, Non è casuale che proprio ora la moda ci parli di surrealismo. 

 

Abito da sera disegnato da Elsa Schiaparelli in collaborazione con Salvador Dalí, Philadelphia Museum of Art. Wallis Simpson su Vogue nel 1937

   

 “Surrealist” mood di Beatrice Brandini

La moda, da sempre specchio della società, ci manda un messaggio, sognare sembra essere l’unica via di fuga.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

2 commenti su “A Venezia, imperdibile, “Surrealismo e Magia. La modernità incantata”.

  1. Perché niente collezione questa volta? Scherzo ma adoroooo quando inserisci una tua visione estetica del post, da un punto di vista “moda”.

    Filippo Rossi

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