Graffiti a Firenze
“Anime di Notte” di Beatrice Brandini
Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre cercato di esprimersi attraverso dei segni, un linguaggio a lui congeniale che rappresentasse il suo essere e il suo sentire.
Graffiti a Firenze
Credo infatti che aldilà di analizzare se è un fenomeno o una forma di cultura, quello dei writers, sia importante capire che tutto nasce dalla volontà di lasciare un proprio segno, più marcato e visibile di quello degli altri. Come i ragazzi newyorchesi che di notte firmavano i vagoni delle metropolitane al deposito, per poi rivederle l’indomani passare firmate e personalizzate, oppure quando alla fine degli anni Sessanta, un ragazzo di New York chiamato Taki, girò lo stato lasciando più di 300 mila firme, in entrambi i casi il contesto, il disagio metropolitano, è una componente molto importante per l’origine di questa forma espressiva. I graffiti iniziano proprio così, con una scritta semplice, spesso è il proprio nome o uno pseudonimo (TAGS così sono chiamate le firme dei graffitisti), come testimonianza di se, un messaggio, una ribellione, un espressione della propria sofferenza e/o insofferenza.
Murales e graffiti a Pontedera
Quindi la spinta a lasciare una traccia, penso sia la caratteristica principale, la volontà primaria, di un writer.
Murales graffiti a Pontedera
Murales graffiti a Pontedera
Alla fine degli anni Settanta si passa ai muri, la firma ha cominciato a prendere spessore e forma, i disegni diventano più articolati, messaggi chiari, rivendicazioni alla parola; con il tempo lo spray usato ha cominciato ad essere di più colori, diventando successivamente, lo spettacolo che spesso vediamo in qualsiasi metropoli del mondo.
“Tuttomondo” murales opera di Keith Haring a Pisa
Keith Haring affermava: “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti, e questo è il fine a cui voglio lavorare”. Nessuno meglio di Keith Haring simboleggia il fenomeno sociale e artistico del graffitismo. Ancora: “un muro è fatto per essere disegnato, il sabato sera per fare baldoria, la vita è fatta per essere celebrata”. Questo artista ha creato una creatura astratta ma al tempo stesso terrena, un personaggio aureolato, inconfondibile, che è diventato un icona pop. Haring ha nobilitato questa forma espressiva, esponendo in importanti gallerie, i suoi lavori sono presso i musei e all’interno di importanti collezioni private. Ha reso quest’arte ancora più popolare, prestandosi alla realizzazione di oggetti di uso comune, come l’orologio Swatch, o a collaborazioni nel mondo della moda (Vivienne Westwood). In Italia poi ha realizzato due cose importanti, ha decorato le pareti dello storico negozio di Fiorucci in San Babila, ed ha realizzato un murale permanente vicino alla chiesa di Sant’Antonio a Pisa. Elio Fiorucci ricorda di aver invitato Haring a Milano colpito dalla sua capacità di elevare questa forma di arte estemporanea, e che Haring si prestò subito, lavorò un intero giorno e una notte all’interno del suo negozio; l’evento diventò una sorta di performance dal vivo, il pubblico intervenne, osservando, contemplando, bevendo insieme all’artista. “L’arte deve essere qualcosa che libera l’anima, che provoca l’immaginazione e incoraggia le persone ad andare lontano con la fantasia”. Sempre dalle parole di Haring.
Opera di Jean-Micheal Basquiat
Con Keith Haring, Jean-Micheal Basquiat è uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano e mondiale, insieme hanno elevato questa forma d’arte, portando le loro opere dalle strade e dai muri, alle gallerie d’arte. L’elemento caratteristico di Basquiat è l’utilizzo delle parole, insieme ai segni, ai simboli, a forme apparentemente “rozze”; le parole quindi diventano parte integrante della stessa opera, spesso messaggi per lo spettatore. “Io non penso all’arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita “.. questo affermava Basquiat, ed è l’essenza della sua poetica. Basquiat è morto di overdose a 27 anni, Haring di AIDS a 31, entrambi affamati di vita, entrambi enormemente creativi e per questo anche sensibili e fragili.
“Sweed at Hoxton” di Banksy Opera di Banksy
Banksy in Park Street a Bristols
Infine voglio citare Banksy, la cui identità continua ad essere un mistero (ogni volta che sembra afferrata e svelata, si ricomincia daccapo). Oggi è sicuramente l’esponente più famoso della street art. Ha un suo segno distintivo, lavora infatti con stencil, e i suoi lavori , estremamente cinici e politically incorrect, trattano argomenti come la politica e l’etica, la sua denuncia è contro il capitalismo e la globalizzazione come impoverimento di civiltà. Ma la sua popolarità si nutre anche delle sue trovate, come appunto l’enigma della sua identità; la capacità di entrare in importanti musei ed appendere sue opre fra quelle già presenti; dissacrare immagini classiche (dame settecentesche con la maschera antigas). Famosi sono anche i “suoi” ratti, i celebri Rats (anagrammando la parola RAT si ottiene ART). Banksy afferma che i topi sono soggetti perfetti, da sempre l’umanità cerca di sconfiggerli fallendo miseramente, per questo odiati e perseguitati. Banksy ha firmato la sigla di una puntata dei Simpson, fatto murales nelle città di tutto il mondo, distribuito cd parodia della Hilton. Nel 2013 un murale attribuito a lui è stato venduto 750.000 sterline.
Murales a Firenze e a Pontedera
Murales a Pontedera
Murales fuori Firenze
Tuttavia non apprezzo chi sporca per vandalismo, per ribellione fine a se stessa, ai danni dei comuni, o semplici cittadini, che poi devono ripulire (e pagare) ciò che è stato impropriamente sporcato. Quindi colpevolizzo chi lo fa nei muri di case/palazzi, o peggio, ai danni di monumenti storici. Amo invece chi della sua ribellione, del suo disagio, o semplicemente della sua creatività inespressa, abbellisce muri abbandonati, facciate o parchi degradati dall’incuria o dal tempo. Anzi, come hanno già intelligentemente fatto alcuni comuni italiani, dedicherei aree specifiche per questi “artisti di strada” che con le loro opere ci fanno sorridere, pensare, riflettere e che spesso colorano e abbelliscono le nostre città.
Graffiti a Firenze
Murales a Pontedera
Personalmente li trovo magnifici, spesso, ammirandoli, penso che non saprei fare di meglio, anche perché, oltre a creatività e bravura, ci vuole un “fisico bestiale” per arrampicarsi ovunque, gran parte delle loro realizzazioni non solo sono fatte di notte ma sono a delle altezze impressionanti.
Murales graffiti a Pontedera
Murales graffiti a Pontedera
Murales graffiti fuori Firenze
Graffiti a Firenze
Grazie Writers perché talvolta passeggiando ammiro dei magnifici disegni, opere che mi ispirano con le loro forme e con i loro colori, che mi fanno pensare con i loro messaggi.
Grazie Writers per regalarci dei musei a cielo aperto!
Infine forse un altro potenziale writer di talento, mio figlio!
Buona vita a tutti!
Beatrice
Hi there, You’ve performed a fantastic job. I’ll certainly digg it and in my view suggest to my friends. I’m sure they will be benefited from this website.
Woah! I’m really loving the template/theme of this blog. It’s simple, yet effective. A lot of times it’s very difficult to get that “perfect balance” between usability and visual appeal. I must say you have done a very good job with this. Also, the blog loads very quick for me on Opera. Superb Blog!
BELLO!
Questo post è veramente interessante e precursore su un argomento di cui oggi si parla molto.
Ilaria Stoppini