“DOLLY” di Beatrice Brandini
“Angelo” Lenci, collezione privata
A Lucca, nel prestigioso Palazzo Guidiccioni, sede dell’archivio di Stato, c’è un incantevole mostra dedicata alle Bambole: IMAGO E OMBRA bambole gioco costume e sogno.
Sarà aperta fino all’8 Marzo 2014.
Stendardo mostra sulla facciata di Palazzo Guidiccioni particolare della chiesa di San Michele
Lucca è una perla fra le città Toscane, protetta dalle sue mura rinascimentali, pressoché intatte, ricca di torri e di piazze, dove ogni suo scorcio è una piacevole visione.
Bambola francese del 1895 (fabbrica Jumeau) Bambola tedesca del 1895 -1910 (fabbrica Simon & Halbig) Bambola tedesca 1897 (fabbrica Simon & Halbig)
Ma veniamo alle bambole, amiche e compagne di giochi, storie e soprattutto sogni di bambine (e adulte) di ogni età e parte del mondo.
L’esposizione valorizza la collezione dell’antiquaria Renata Frediani, in cui bambole preziose del sei e settecento, fanno spazio a creazioni più recenti, ma non meno magnifiche, come quelle della manifattura Lenci o le Barbie degli anni ’60.
Bambole tedesche fine ‘800
Tuttavia la cosa più suggestiva, oltre alle splendide protagoniste della mostra, le bambole, è la collocazione delle stesse, ovvero nelle magnifiche sale dell’Archivio di Stato, luogo suggestivo, impregnato di cultura, storia, bellezza.
Bambola francese 1907 (fabbrica Jumeau) Bambola tedesca 1900 (fabbrica Recknagel)
Bambola americana 1935 (fabbrica Madame Alexander)
Non mi dilungo sulle bambole sacre fatte di terracotta, bellissimi esempi di artigianato italiano, ma passo direttamente (anche per preferenza personale) all’Ottocento, secolo importante per la produzione di giocattoli e, in particolare, di bambole. Bambole di biscuit o in porcellana di Paro (come il candore del marmo bianco cavato nell’isola greca di Paros), con dettagli preziosi. Le produzioni più importanti erano tedesche e francesi.
Bambola italiana 1900 Bambola italiana 1924 (attribuita alla ditta Magit)
La fabbricazione di bambole italiane, fra fine ‘800 e inizi ‘900, è praticamente inesistente. Se si escludono preziosi e magnifici esempi di bambole sacre, in cui esperti maestri artigiani hanno saputo esprimere la loro abilità. Si deve citare la fabbrica Furga, in provincia di Mantova e poche altre come quella di Fagagna in provincia di Udine, o la Ratti & Vallanzasca di Arona.
Arlecchino 1924 Lenci Torino Leonetta 1925 Lenci Torino
Bisogna arrivare fino alla fine del primo conflitto mondiale, nel 1918, per citare uno degli esempi di produzioni di bambole più famoso al mondo, ovvero quello della Lenci, ditta di Torino fondata da Elena Koning e dal marito Enrico Scavini. Il cui acronimo L.E.N.C.I la dice lunga sull’intento del progetto stesso “Ludus Est Nobis Costanter Industria” – “ Il gioco è per noi un lavoro costante”.
Tonina e Tonino 1930 Lenci Torino Paoletta 1931 Lenci Torino Eleonora 1935-40 Lenci Torino
Londina 1930 Lenci Torino Groupage Lenci anni ’30
Le Lenci furono fra le più belle bambole mai state create, ricercatissime da collezionisti di tutto il mondo di ieri e di oggi. Realizzate in un feltro speciale definito panno Lenci (ancora oggi se si parla del panno o feltro si usa la parola pannolenci), che caratterizzava tutte le produzioni della manifattura torinese. Ho sempre amato queste bambole, per i loro volti intensi, per i loro abiti fantasiosi e preziosi, per l’altissimo artigianato, sono molto di più di semplici bambole. Le Lenci sono state “firmate” anche da grandissimi artisti come Dudovich, Vacchetti, Sturani. Testimonianza di un epoca, di un gusto, di uno stile che abbiamo, ahimè, perduto.
Susanna 1978 Scolaretta 1985 Charlotte 1986 Lenci Torino
Il critico d’arte romano Ugo Ojetti definì le Lenci così: “Di un’originalità d’invenzione così arguta e di una delicatezza d’esecuzione così raffinata che i grandi le ammirano e le desiderano quanto i bambini”.
Teca con Lenci anni ’80 e ’90 Bambolina che riproduce il marchio di fabbrica Lenci
Altri esempi di bambole italiane degli anni ’40. Interessante l’esempio di destra con il vestitino scozzese, ovvero quello di una bambola realizzata interamente in plastica dura, innovazione per l’epoca, omaggio all’attrice Shirley Temple.
Bambole italiane 1940 e ’50 Patrizia Marina e Marta (fabbrica Athena Piacenza) Bambola italiana Shirley 1940 (fabbrica Bonomi Milano)
Altro paragrafo a parte lo meritano le Barbie, in cui la mostra da grande rilevanza e spazio.
Alcune Barbie del 1961 (Barbie Bubble Cut, Mattel USA)
Esemplari di Barbie del 1965 Barbie e Francie (cugina di Barbie) del 1967 e 1968
La Barbie fa il suo ingresso nel 1959, grazie a Ruth Handler che insieme al marito possedeva a Los Angeles la fabbrica di giocattoli Mattel. Si narra che durante un viaggio in Svizzera la signora Handler rimase folgorata da una bambolina, la Lilli, tanto da acquistare dall’azienda tedesca che la produceva, la Hausser Elastolin, il brevetto e i diritti per produrre questa bambola in America e farla diventare la leggendaria Barbie. L’intraprendente signora Mattel impiegò molti sforzi per trasformare la Lilli in una bambola più moderna, anche più somigliante a se stessa, e vera incarnazione del sogno americano delle ragazze degli anni Cinquanta.
Alcuni esempi di Barbie degli anni ’60 (1964 e 1965)
La differenza della Barbie con tutte le altre bambole dell’epoca era tuttavia rappresentata dal suo infinito e continuo rinnovato guardaroba. Per la prima volta una bambola possedeva un guardaroba immenso, perfettamente allineato alla moda corrente, con mise differenti per un diverso utilizzo e uso nell’arco della giornata. Proprio come un guardaroba reale.
Barbie Empress Bride, 1992 (Bob Mackie Collection) Barbie Billions of Dreams, 1997
Barbie Queen of hearts, 1994 Barbie Masquerade Ball, 1993 Barbie Madame du Barbie, 1997 tutte Bob Mackie Collection
La Barbie ha subito nel tempo molte trasformazioni, in linea con i gusti dell’epoca, mantenendo però sempre intatto fascino e magia. Dalla generazione degli anni Sessanta a quella attuale, non c’è bambina che nel mondo non abbia posseduto una o più Barbie, e non abbia fantasticato con lei creando storie e avventure. Sognando di assomigliarle (non è esattamente un modello Mediterraneo) almeno un po’.
Corridoio, Palazzo Guidiccioni
Grazie bambole per averci fatto tanta compagnia e regalato momenti indimenticabili.
Sirenetta 1980, Lenci collezione privata Cerbiatto in feltro, collezione privata
Buona vita a tutti!
Beatrice
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Quanto può valere un Angioletto Lenci come quello sopra tenuto perfettamente?