Interno del Teatro Regio a Torino, opera di Carlo Mollino CAPOLAVORO!
“Zaira” di Beatrice Brandini
Se c’è qualcuno che prima di Andy Warhol ed Helmut Newton ha sfruttato la versatilità e le potenzialità della Polaroid è stato Carlo Mollino. Un grande architetto piemontese (Torino 1905 – 1973) che ha sperimentato con immenso talento e creatività, architettura, design, ingegneria, fotografia, grafica, scenografia…
Copertina “I mobili di Carlo Mollino” di Fulvio e Napoleone Ferrari, Phaidon editore
Schizzo di Carlo Mollino
Progetto di Carlo Mollino del 1950
Poltrona di Carlo Mollino eseguita per il marchese Vladi Orengo, 1949. In origine era verde, il rivestimento rosso è un intervento successivo.
Come spesso accade alle persone di grande talento e più avanti degli altri, Mollino conobbe una discreta fama per poi essere ingiustamente (stupidamente!) dimenticato. La sua rinascita si deve a persone che lo hanno amato e cercato di valorizzare riscoprendone la produzione. Persone come Fulvio Ferrari dello splendido Museo Casa Mollino nel centro di Torino, o l’architetto Toni Cordero, uomini spontaneamente e sinceramente appassionati di Mollino.
I mobili di Carlo Mollino hanno raggiunto quotazioni importanti, un tavolo da pranzo proveniente dalla casa di Orengo fu venduto allora per 45 milioni delle vecchie lire, nel 2005 lo stesso tavolo raggiunse i 3,8 milioni di dollari in un’asta di Christie’s a New York. Episodio che lanciò Mollino nell’olimpo dei maggiori designer mondiali.
Specchio di Carlo Mollino, progetto per casa Miller, 1936
Copia della lampada “Cadma” da un progetto di Carlo Mollino del 1947
Tavolo “Arabesco” di Carlo Mollino
Sedia di Carlo Mollino
Molti anni fa, ispirandomi a lui, mi feci realizzare un oggetto d’arredamento che ancora oggi, sono passati più di venticinque anni, trovo incredibilmente attuale, geniale e bello.
Teatro Regio a Torino, progettato da Carlo Mollino nel 1965 e inaugurato nel 1973
Ancora scorci del Teatro Regio a Torino
La produzione degli arredi e di pezzi di design inizia negli anni quaranta, spesso con prodotti unici o a serie limitata. Anche in questo settore il grande architetto si distingue per talento, creatività e come innovatore e sperimentatore, soprattutto nell’utilizzare nuove tecnologie e materiali, come il compensato curvato a strati sovrapposti.
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Stampa fotografica ritoccata, 1964
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Polaroid di Carlo Mollino, 1960 – 1973
Anche le sue polaroid, scattate fra il 1960 e 1973, sono incredibilmente moderne. Le “sue” donne sono sicure di sé, si rivelano senza equivoci. Tutta la “scenografia” che ruota intorno a loro (acconciatura e trucco, abbigliamento, sedie o poltrone..) è opera dello stesso Mollino che “veste” e sveste le sue donne. Ed è questa la loro bellezza, quella di essere pervase, nonostante tutto, da una casualità e da un “disordine” naturale. Mollino dava molta importanza al corpo femminile, grazie a lui infatti diventa davvero un oggetto di desiderio, ma le sue foto, anche se molto esplicite, sono raffinate ed eleganti. I soggetti, signore bene di Torino, sconosciute passanti o entraîneuse, sono tutte protagoniste allo stesso modo. Il set fotografico era la Villa Zaira, una piccola costruzione sulla collina torinese in cui scattò, creando una sorta di enciclopedia dell’erotismo fino alla sua scomparsa. In un appartamento in città invece, con velluti, séparé orientaleggianti, sculture, poltrone o oggetti dal sapore feticista (conchiglie o farfalle morfologicamente “sessuali”), creò un’atmosfera rarefatta e perfetta per un’abitazione di essenza esoterica.
Penso che queste donne lo abbiano immensamente ispirato…
Interni della casa – Museo Casa Mollino, Via Napione 2, Torino
Interni della casa – Museo Casa Mollino, Via Napione 2, Torino
Alcuni suoi pezzi di design sono al Victoria&Albert Museum di Londra, al MoMa di New York, al centro Pompidou di Parigi.
Auto da corsa “Bisiluro” disegnata da Carlo Mollino, Nardi e Damonte, con motore Giannini, nel 1955
Mood ispirazione sixties e seventies di Beatrice Brandini
Carlo Mollino
Mollino fu davvero un grande creativo italiano capace di progettare oggetti di rara bellezza, ma fu anche un intellettuale, un architetto che con il Teatro Regio raggiunse il capolavoro, un insegnante con una cattedra al Politecnico che mantenne fino alla fine, un fotografo che ispirò tutti quelli che vennero dopo (il suo scritto sulla fotografia, “Il Messaggio dalla Camera Oscura”, 1949, testo ahimè introvabile, è una testimonianza critica e storica sulla fotografia, molto importante).
Un ringraziamento speciale al Sig. Fulvio Ferrari, il più grande conoscitore e studioso vivente di Carlo Mollino che mi ha permesso di precisare alcune cose importanti della vita di questo grandissimo architetto-artista.
Buona vita a tutti!
Beatrice
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