Abito in seta di Madeleine Vionnet, presente in mostra
“Bonnie” di Beatrice Brandini
Al “The Museum at FIT” di New York, fino al 19 Aprile, c’è una bellissima mostra che esplora ed evidenzia gli anni immediatamente successivi al crollo della borsa di Wall Street del ’29: Elegance in a Age of Crisis: Fashion of the 1930s.
Copertina catalogo “Elegance in an age of crisis” Abiti da sera presenti in mostra
Reputo quegli anni (in verità tutto l’inizio del Novecento fino agli anni ’50), estremamente eleganti e innovativi, ma ritengo questa mostra interessante anche perché tremendamente attuale. La crisi di quel periodo non è molto distante di quella che stiamo attraversando noi adesso, la moda, da sempre testimonianza dell’epoca, trova in quel momento delle vie e delle soluzioni che saranno quelle che condizioneranno tutto il secolo scorso. In quello scenario così paralizzante e disperato, la moda trovò infatti un nuovo modo di esprimersi creando nuove forme, nuove idee, nuove tecnologie. E chissà che questo non sia di buon auspicio anche per noi.
Hélène Yrande, completo in seta e chiffon, Francia
Da una parte si assistette al ritorno alla classicità perché da sempre, dopo una crisi, la moda deve trasmettere certezze e ottimismo, quindi il ritorno di forme più semplici e meno eccentriche, ma anche più fluide, adatte a valorizzare nuovamente un corpo “prigioniero” e “sofferente”, garantendogli una sorta di rinascita. Ma anche capi idonei a tutte le occasioni (non esisteva più un decalogo di come vestirsi nell’arco della giornata, nessuno se lo poteva più permettere..). Inoltre vediamo la nascita di materiali innovativi, come quelli sintetici, vera rivoluzione tessile industriale.
Munchen Swimsuit, Germany McGregor Men’s beach Robe, USA
Il percorso è articolato in varie sezioni, si va dalla parte espositiva sportiva spaziando dai costumi da bagno ai materiali hi-tech per l’epoca (ricordiamoci che siamo negli anni ’30), a quella elegante con i meravigliosi abiti dai tagli a sbieco di Madame Vionnet, alla moda maschile, agli accessori.
La curatrice della mostra, Patricia Mears, vice direttore del Museo Fit & Co, spiega che la ragione di dedicare una mostra agli anni ’30 è perché il look di quel decennio è stato in qualche modo precursore di quello moderno. E sono estremamente d’accordo con questa dichiarazione.
Gerdner and Wooley LTD Smoking Jacket, London Anderson & Sheppard Men’s suit, London
Inoltre questa mostra ha il pregio di valorizzare anche tutta la ricchezza della produzione maschile di quegli anni, difficilmente una mostra con questo tema ne ha parlato in precedenza e così dettagliatamente. Una produzione maschile sartoriale di altissima qualità, con l’epicentro mondiale a Londra e Napoli (come i capi del grande sarto Vincenzo Attolini che ha lavorato per la famosa sartoria Gennaro Rubinacci di Napoli) in cui straordinari sarti creavano magnifici completi o giacche da uomo.
Schizzi di abiti anni ’30 interpretati da Beatrice Brandini
Schizzi di abiti anni ’30 interpretati da Beatrice Brandini
Un altro aspetto decisamente importante e rivoluzionario, che la mostra enfatizza, è la nascita dell’abbigliamento “sportivo”. La voglia di stare all’aria aperta, sempre come rivalsa dopo una crisi, così come la necessità fisica di dare al proprio corpo la giusta valorizzazione e “cura”, acquisendo una nuova consapevolezza di se. I materiali sintetici nel tessile nascono proprio adesso, come risposta a questa esigenza.
Alcune immagini di moda anni ’30, attrici e donne comuni… (Chanel l’immagine con le perle e cloche nel centro).
Di fatto gli anni ’30 sono stati un fenomeno internazionale, da qui la nascita dell’alta moda francese (Vionnet, Lanvin, Patou, Chanel…), della sartoria napoletana e londinese, dei tagli a sbieco, dei tessuti sportivi, dei drappeggi, delle fantasie e dei disegni sui tessuti, e ancora Hollywood con le sue stars e le sue meravigliose toilette. Oltre ad aver modificato l’atteggiamento e l’approccio delle donne nei confronti della moda e del vestirsi. Le forme meno costruite e più morbide determinarono una maggiore consapevolezza di se stesse e del proprio corpo.
Alcuni cappelli vintage anni ’30
Ho voluto fare alcuni schizzi che ripropongono le fogge più significative dell’epoca e allegare alcune foto di quelli che secondo me sono stati i più grandi fotografi di tutti i tempi, artefici degli scatti più belli al mondo.
Foto di Horst e due immagini di George Hoyningen-Huene (il mio preferito!)
Foto di Man Ray
Sarei voluta nascere in quegli anni, sicuramente difficili e drammatici, ma da un punto di vista estetico estremamente eleganti, femminili e sensuali; in cui le donne indossavano copricapi con le velette, abiti realizzati con tessuti di raso o seta, le calze velate con la riga, piccoli e preziosi accessori, erano veramente donne, quasi femme fatal e per la mia generazione che è cresciuta con i jeans e le felpe (gli anni ’80), tutto questo non può che rappresentare un grande fascino.
Buona vita a tutti!
Beatrice
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