Escher: lo scienziato delle incisioni, l’alchimista dell’arte!

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M.C. Escher “Mano con sfera riflettente”, litografia 1935

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“Anke e Jetta” di Beatrice Brandini

A Bologna, presso Palazzo Albergati, c’è una bella mostra in cui si possono ammirare le litografie, le incisioni, le mezzetinte di Maurits Cornelis Escher; l’artista che prima e meglio di altri, ha rappresentato oggetti comuni come se fossero magici, spalancandoci gli occhi e soprattutto la nostra immaginazione.

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M.C. Escher “Otto teste”, xilografia 1922

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M.C. Escher “Cielo e Acqua”, xilografia 1938

Maurits Cornelis Escher nasce in Olanda, dopo un breve periodo in cui studia architettura, si dedicherà alle arti decorative, in particolare alle incisioni, che diventeranno la sua occupazione primaria, dando all’artista popolarità e rilievo in tutto il mondo.

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M.C. Escher “Ciclo”, litografia 1938

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M.C. Escher “Rettili”, litografia 1943

La particolarità di questo grande e unico artista fu quella di rendere la prospettiva mutevole, di rappresentare visioni fantastiche attraverso criteri rigorosi ma variabili. Le sue opere sono illusionistiche, speculari, distorte, trasformiste, per questo BELLISSIME. Diceva: “iI disegno è illusione: suggerisce tre dimensioni sebbene sulla carta ce ne siano solo due.”

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M.C. Escher “Balcone”, litografia 1945

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M.C. Escher “Tre sfere”, litografia 1946

Importantissimo fu il periodo che l’artista trascorse nel nostro paese (nel 1924 si sposò a Viareggio con Jetta Umiker), in cui fu folgorato dalla campagna toscana come quella di San Gimignano, Volterra e Siena, oppure da Roma, dove trascorse più di un decennio e che lui stesso definì come essere stati i migliori anni di tutta la sua vita. Ma non solo, spostandosi successivamente più a Sud, fu un paese dell’Aspromonte, Pentedattilo, che nasce nel cuore di una roccia, a suggestionarlo ed ispirarlo con alcune incisioni e forse lasciando su di lui un influenza permanente.

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M.C. Escher “Farfalle”,  1950

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M.C. Escher “Fra cielo e acqua”, xilografia 1938

In una sezione della mostra di Bologna si mette in evidenza proprio l’amore che Escher manifestò nei confronti della nostra penisola e dei nostri artisti. Probabilmente sarebbe rimasto in Italia per sempre, fu infatti costretto a scappare e a rifugiarsi in Svizzera a causa di un clima politico e culturale sempre più opprimente sotto il dominio fascista.

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M.C. Escher “Relatività”, litografia 1953

Credo che questo artista abbia davvero influenzato la grafica, la pubblicità, il design e la moda. Anche chi non lo conosce bene avrà visto moltissime immagini a lui ispirate, a volte piccole citazioni (soprattutto in pubblicità), altre veri e propri omaggi. Pensiamo  a quante volte abbiamo ritrovato l’opera “Relatività” nei film, come in Labyrinth con David Bowie, nel Il Signore degli anelli, in Harry Potter e le scale fantastiche del castello di Hogwarts, in Inception di Cristhoper Nolan (scena bellissima!), in Notte al Museo – Il segreto del faraone, con Ben Stiller che entra nel suo quadro ….

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M.C. Escher “Mani che disegnano”, litografia 1948

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M.C. Escher “Stelle”, xilografia 1948

Escher lavora sulla metamorfosi scombinando ogni prospettiva, non solo architettonica ma anche emozionale. Qualche volta è “disturbante”, perché inaspettata e allusiva, ma soprattutto perché rivela l’ambiguità della vita e quella dell’essere. Io lo amo proprio per questo, non è sempre quello che sembra, quella zona d’ombra che sta in ogni cosa (negli esseri umani in primis), che razionalmente e umanamente cerchiamo di nascondere, con Escher talvolta esplode, mettendoci davanti alla realtà.

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M.C.Escher “Vincolo d’unione”, litografia 1955

Ripeto sempre che l’arte dovrebbe principalmente emozionare, stupire e sopratutto scuotere delle reazioni portandoci a pensare, l’opera di Escher ci riesce perfettamente.

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Escher in Fashion di Beatrice Brandini

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Escher in Fashion di Beatrice Brandini

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Ispirazione ESCHER: McQueen, Miyake, Loewe, Diane von Furstenberg

Vale la pena vedere questa bella mostra che sarà aperta fino al 19 Luglio, il contesto poi è il bellissimo Palazzo Albergati, edificio cinquecentesco, gravemente danneggiato da un incendio alcuni anni fa e finalmente riaperto in tutto il suo splendore. Poi Bologna è Bologna, sempre piacevole da visitare, divorare (cibo buono), vivere!

Buona vita a tutti!

Beatrice

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