“Beverly” di Beatrice Brandini
Ettore Sottsass libreria Carlton, 1981 – Memphis
Adoro Ettore Sottsass da quando ero una giovanissima studentessa, ricordo soprattutto il gruppo Memphis, di cui era uno dei membri fondatori (insieme a Michele de Lucchi), nonché il principale “maestro”.In quegli anni, gli ’80, in cui non regnava proprio un gusto raffinatissimo (penso ai fuseaux, le spalline, i jeans a vita alta, etc.), gli oggetti di Memphis furono uno scossone nella scena artistica e progettuale, per certi aspetti abbastanza allineati con le tendenze dell’epoca, iper colorati, un po’ kitsch, assurdi, ma assolutamente creativi e, elemento che apprezzo anche in un oggetto o in un mobile, qualcosa che rendeva la vita più “leggera”, qualcosa che ti emozionava, l’oggetto emozionale più che funzionale, questo era il cuore di Memphis.
Manifesto Memphis, 1984
“Per me, il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l’erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un’industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita”. Ettore Sottsass
Ettore Sottsass è stato molte cose, designer, architetto, urbanista, fotografo e pittore; le sue molteplici passioni, la sua continua ricerca l’hanno avvicinato a diverse correnti artistiche, come il Razionalismo, il Movimento Arte Concreta (MAC), lo Spazialismo e la Pop Art.
Ettore Sottsass: Macchina da scrivere “Valentine” per Olivetti
Ettore Sottsass: Macchina da scrivere “Valentine” per Olivetti
Ettore Sottsass “Seggiolina da pranzo”
Ettore Sottsass lampada “Svincolo”
Si laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1939. Nel 1947 apre uno studio di design a Milano. Nel 1957 diventa art director di Poltronova, l’azienda italiana che ha arruolato i più grandi architetti e designer nella seconda metà del secolo scorso. Nel 1958 inizierà a collaborare per la Olivetti dove, fra gli innumerevoli importanti e innovativi progetti, disegnerà la macchina da scrivere per eccellenza, la Valentine. Nel 1972 partecipa alla mostra del MoMa di New York “ Italy: the new domestic landscape”. Nel 1979 è nel gruppo Alchimia, di cui è sufficiente citare la “Seggiolina da pranzo” e la lampada da terra “Svincolo”, entrambe esposte al Design Forum di Linz. Nel 1981 fonda il gruppo Memphis, da questo momento in avanti i mobili non saranno mai più gli stessi. La libreria “Carlton”, metà totem e metà “paese dei balocchi”, “Beverly”, “Casablanca”, tutti progetti diventati icone della modernità. Negli anni Novanta altre idee e altre mostre, fra cui la partecipazione alla Biennale di Venezia.
Ettore Sottsass libreria progetto per Memphis
Ettore Sottsass mobile “Casablanca”, progetto per Memphis
Manifesto mostra MoMa di New York “ Italy: The New Domestic Landscape
Difficile inquadrare la figura di Sottsass definendolo usando una sola espressione, un solo aggettivo. Ettore Sottsass era un architetto, un creativo, etico, ironico, concettuale, utopistico… Hans Hollein, di Memphis, una volta scrisse: “Non esistono linee di demarcazione tra scultura, pittura, architettura e design: Sottsass ha da tempo superato questi confini”.
Casa ACME in Maui di Ettore Sottsass
Tavolino Serralunga progetto Sottsass e Associati
Ettore Sottsass serie di vasi in ceramica “Totem”
Ettore Sottsass serie di vasi in ceramica “Totem”
Mi piace ricordare anche una vecchia intervista in cui Sottsass criticava il sistema industrializzato del design, la corsa all’aumentare esponenzialmente la produzione da parte dell’industrie, per crescere ma soprattutto per guadagnare sempre di più, a discapito della singola creatività del designer e a favore di quella volontà che, cinicamente, soprattutto grazie alla pubblicità, “costruisce” desideri. Mi piace pensare che fosse un vero puro, che le sue creazioni avessero, come primo intento, quello di rendere la vita più bella, di divertire, di rispettare i bisogni e le necessità dell’uomo. Per questo, nel progettare macchinari elettronici per l’Olivetti, cercò di creare prodotti che non alienassero ancor di più chi li usava, ma al contrario, potessero rasserenare.
Ettore Sottsass lampada “Tahiti”, progetto per Memphis
Ettore Sottsass libreria “Carlton” per Menphis
“Per me, l’obsolescenza è lo zucchero della vita”. Ettore Sottsass
Ettore Sottsass vaso per Venini
Grazie grandissimo Ettore Sottsass, come avrei voluto conoscerti, osservarti, bere un buon bicchiere di vino con te.
Scarpe Balenciaga ispirate a Sottsass/Memphis, collezione 2010
…ispirandomi a Sottsass, di Beatrice Brandini
Ettore Sottsass
Buona vita a tutti!
Beatrice