Abito di Frida Kahlo, Museo Frida Kahlo , Città del Messico
“La pequena Frida” di Beatrice Brandini
Frida Kahlo è diventata una figura di culto per la società di massa. Una vera icona pop, che è stata rappresentata sotto forma di bambola, tazza, poster e attraverso ogni altro gingillo esistente, banalizzando la sua figura, tanto da inficiarne i suoi meriti pittorici e sociali.
Abito di Frida Kahlo, Museo Frida Kahlo , Città del Messico
Corsetto dipinto a mano da Frida Kahlo
Qualche anno fa avevo già dedicato un post a questa straordinaria artista in occasione della bella mostra presso le Scuderie del Quirinale (https://www.beatricebrandini.it/frida-kahlo-arte-e-spirito/), tuttavia è importante parlarne ancora in una chiave di lettura diversa, quella che amo di più, ovvero attraverso i suoi abiti.
Un immagine di Frida Kahlo
Ogni Primavera – Estate è consueto vedere nelle passerelle di qualche designer o maison, un omaggio alla Kahlo. I suoi colori, i suoi accessori, e soprattutto i suoi abiti, sono così interessanti e ricchi d’ispirazione che non passeranno mai di moda. Ciò nonostante spesso ci soffermiamo solo all’immagine folcloristica di questi “costumi”, dimenticando che per Frida Kahlo erano molto di più. Infatti l’artista poneva un’attenzione maniacale per ciò che indossava, ogni singolo indumento aveva un significato poetico, storico, sociale, politico.
Un fermaglio-fiore in feltro realizzato dalla Kahlo
Tuniche, completi da uomo, scialli, busti ortopedici, le gonne abbondanti, non sono mai stati solo ornamenti o decorazioni artificiose, ma ogni scelta di vestiario era per Frida una scelta identitaria e ideologica.
“Autoritratto – Il tempo vola” opera di Frida Kahlo, 1929 Collezione Antony Bryan
“Autoritratto con Diego Rivera” opera di Frida Kahlo, 1931 San Francisco Museum of Modern Art
Il cambiamento di stile, da un gusto inizialmente più europeo, ad un identità fortemente messicana, riflette l’incontro con Diego Rivera. Nell’Autoritratto – Il tempo vola, ogni particolare, ogni dettaglio, simboleggia il desiderio di appartenenza alla cultura messicana. La collana in pietra e gli orecchini, fanno riferimento al patrimonio azteco, coloniale, simbolo di una nazione mista. Nell’autoritratto con Diego Rivera, del 1931, lo scialle rosso, preso in prestito da una domestica, testimonia le sue convinzioni politiche di stampo marxista.
Frida Kahlo fotografata da Nickolas Muray nel 1939
Così come gli amatissimi costumi delle donne tehuane (conosciute con il nome di Tehuanas, famose per i loro meravigliosi lavori di ricamo, nome completo della città messicana è Santo Domingo Tehuantepec), che Frida indossava nelle serata mondane a New York come a Parigi e largamente reinterpretate e diffuse nelle pagine di Vanity Fair o Vogue America.
“Autoritratto coi capelli corti” di Frida Kahlo, 1940 – MOMA, New York
O ancora nell’autoritratto coi capelli corti, in cui una Frida Kahlo in abiti maschili, urla la sua indipendenza, un potente slogan al suo essere femminista (aveva chiuso definitivamente il rapporto con Rivera), libera, autosufficiente, emancipata.
Un’altra bellissima immagine di Frida Kahlo, foto di Toni Frissell per Vogue USA, 1937
In tempi in cui sempre più si elogia l’imperfezione e l’inclusione, ribellandoci ai diktat della pubblicità (anche se adesso gli spot propongo un ideale comune, a volte eccessivamente “complesso” e, come per tutte le cose, anche troppo nel senso opposto), Frida Kahlo dipingeva se stessa, senza filtri, trasmettendo la propria imperfezione (il monociglio, i baffetti, le corone di fiori tra i capelli). La narrativa del diverso entra e fa parte della sua arte, pertanto la sedia a rotelle, le protesi o la peluria facciale sono simboli e segni di emancipazione. Frida sembra urlare “Non devo nascondere ciò che sono”.
“Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”. Frida Kahlo
Collezione Jean Paul Gaultier 1997 – Collezione Comme des Garçon
Collezione Alberta Ferretti, 2014 – Collezione Alta moda Dolce & Gabbana, 2018 – Dior Collezione Resort, 2018
Sono tantissimi i designer che si sono ispirati a lei. Leggendaria la collezione di Jean Paul Gaultier del 1997, e ancora Rei Kawakubo, Karl Lagerfeld, Moschino, Maria Grazia Chiuri per Dior.
Mood “Frida” di Beatrice Brandini
Frida Kahlo
Frida continuerà ad ispirare e a trasmettere un’immensa gioia di vivere (nonostante le avversità che la vita le aveva riservato), lasciando un patrimonio che vale più di qualsiasi opera d’arte, sentirsi liberi di esprimersi e fieri di ciò che siamo.
Buona vita a tutti!
Beatrice