Piatto Gio Ponti per Richard Ginori
“LISA” di Beatrice Brandini
Ci sono artisti talentuosi, altri sovrastimati, molti incredibilmente famosi, e poi ci sono artisti come Gio Ponti, quelli che qualsiasi cosa progettino e realizzino diventa pura bellezza e segno inconfondibile della loro estetica.
Come i più grandi, nella sua vita si è dedicato a più forme artistiche, all’architettura, al design (quando ancora questa parola non era nel vocabolario quotidiano), all’arredamento, alla pittura…. , raggiungendo ogni volta risultati eccellenti e “marchiando” la sua creatura, il suo progetto, come un “vero Ponti”. Penso che il suo segno sia inconfondibile, a tutti è probabilmente capitato di andare ad un asta, di visitare un museo, di vedere un oggetto stampato su una rivista e pensare “Che bello quel Ponti….”, immediatamente.
Due foto della magnifica casa progettata da Ponti per Tony H. Bouilhet, L’Ange Volant, a Garches, in Francia 1925-1926
Amante del colore come forma espressiva lieve e giocosa, appassionato dei materiali, non sempre di prima scelta (si narra infatti che cercasse nei retrobottega dei suoi fornitori quelli più “particolari”, più vissuti, come un legno nodoso o il marmo più naturale).
Ponti si distingue per l’originalità e diversità delle sue idee, non segue un processo creativo costante.
Giovanni Ponti, detto Gio, nasce a Milano nel 1891 da una famiglia di classe alto borghese; dimostra fin da piccolo un talento artistico che lo avvicina alla pittura, tuttavia poiché quella del pittore era (adesso come allora) una carriera meno solida, si iscrive alla facoltà di architettura presso il Politecnico di Milano (negli anni trenta otterrà una cattedra presso questa importante università, che manterrà fino al 1961). In quegli anni la scena artistica era caratterizzata ed influenzata dal Futurismo, corrente rivoluzionaria e tumultuosa in cui si rinnegava il passato in virtù di un rinnovamento delle arti. Sebbene Ponti fosse amico di Marinetti, non condivideva alcune posizioni di questa corrente, soprattutto quelle più radicali, per Ponti il passato era invece importante, influenza della sua arte, passaggio verso il moderno. Amico anche di Carrà, di Sironi e di De Chirico, quindi estimatore di quella pittura metafisica che tanto influenzò anche l’architettura.
Alcune ceramiche di Gio Ponti per Richard Ginori
Ceramiche Gio Ponti per Ginori
Nel primo dopo guerra aprì uno studio di progettazione, nel 1923 assume la direzione artistica della famosa casa di ceramica Richard – Ginori (azienda nata dalla fusione di due grandi manifatture, una milanese e l’altra fiorentina), posizione che manterrà fino al 1930, rinnovando completamente l’immagine non solo di Ginori, ma di tutta la ceramica italiana. Importante citare già che nel 1925, due anni soli dopo l’inizio di questa collaborazione, la Ginori vince il Grand Prix all’esposizione internazionale di Parigi.
Domus, fondata e diretta da Gio Ponti, primo numero 1928
Nel 1928 fonda Domus, un periodico che parla di architettura, arte, artigianato e design. Questa rivista ebbe moltissimi meriti, quello di aver contribuito a diffondere alcuni temi culturali/artistici, aver dato consigli nel campo dell’abitare, ma soprattutto quello di aver divulgato un’idea del buon gusto ed del bello.
Abiti anni ’20-’30, schizzi di Beatrice Brandini
Nel 1933 organizzò, insieme a Giuseppe Pagano, la Triennale di Milano, in cui tentò di far conciliare industria e artigianato, dando vita a quello che sarebbe poi diventato il design industriale italiano. “L’industria fa stile” diceva, esortando i giovani allo studio delle arti applicate e l’Italia ad iniziare una propria produzione moderna valorizzando maestranze locali.
Progetti Gio Ponti: Lampadario Venini, anni Cinquanta Posate per Arthur Krupp, 1955
Disegnava vetri per Fontana, Artemide, Venini….. Mobili per Cassina, Frau, Ideal Standard.. nomi che insieme al suo hanno reso l’Italia famosa nel mondo. Nonché costumi per la Scala di Milano, tessuti da arredamento, macchine da caffè, posate…. Anche aziende straniere come Knoll, Krupp, Singer & Sons,… si interessarono alla sua opera, commissionandogli progetti.
Copertina di “Lo Stile”, 1942
Nel 1939 inizio a collaborare con la rivista d’arte e letteratura italiana Aria d’Italia, sviluppando testi, disegni e copertine. Successivamente, nel 1941, si dimise da Domus per dar vita ad una nuova rivista d’arte, Lo Stile, edita da Garzanti.
Negli anni Cinquanta la sua fama raggiunge livelli altissimi, tanto che gli vengono commissionati importanti progetti come il rinnovamento della città di Baghdad da parte del governo iracheno. Con lui concorrono a questo progetto architetti come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Walter Gropius.
Torre Pirelli vista da Piazza Duca d’Aosta
La Torre Pirelli, costruita fra il 1954 e il 1956, rappresenta l’apice della carriera di Ponti, chiamato a realizzarla a 63 anni. Si tratta di una dei primi grattacieli europei, alta 127,10 metri. Questa costruzione è, insieme al Duomo, il simbolo della città di Milano e testimonia la ripresa economica dell’Italia del secondo dopoguerra.
Superleggera, 1957 sedia prodotta da Cassina Sedia “Gabriela”, 1971 prototipo della ditta Walter Ponti
Nel campo dell’arredo Ponti progettò pezzi che hanno fatto storia, come la famosa sedia Superleggera, prodotta ancora oggi, o come la poltrona Gabriela.
Copertina di “Amate l’architettura”
Nel 1957 pubblicò il suo libro Amate l’Architettura, un prezioso regalo, un saggio sui temi dell’architettura. Ponti si occupò anche del layout del libro, le pagine avevano colori diversi per dividere gli argomenti. In copertina il suo motto: l’architettura è un cristallo; (l’architettura pura è un cristallo; quando è pura è pura come un cristallo, magica, chiusa, esclusiva, incontaminata, assoluta, definitiva, come un cristallo… Gio Ponti).
Il noto marchio di mobili Molteni&C ha messo sul mercato una nuova riedizione di mobili disegnati da Gio Ponti tra il 1935 e gli anni Cinquanta. Veri pezzi d’arte.
Progetto architettonico di Gio Ponti: Villa Planchart Caracas, Venezuela
Mi piace sottolineare che oltre all’aver lasciato un segno indelebile con i suoi splendidi e rivoluzionari progetti, era un gentiluomo, la sua personalità era caratterizzata da calma, gentilezza e senso dell’umorismo; il suo sorriso era contagioso e disarmante….
Mini collezione Beatrice Brandini ispirazione Gio Ponti
Arrivederci sig. Ponti, spero che anche lei sia una delle persone che un giorno potrò rincontrare e, chissà, avere il piacere di conoscere.
“Volto”, disegno originale di Gio Ponti, collezione privata
Buona vita a tutti!
Beatrice
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