“Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo
“Generazione digitale” di Beatrice Brandini
In occasione del 1*maggio, Festa Internazionale dei Lavoratori, il Comune di Firenze – Museo Novecento, grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, presenta nel cuore di palazzo Vecchio, all’interno del Salone del Cinquecento, la grande e suggestiva tela di Pellizza da Volpedo “Il Quarto Stato”.
E’ una collaborazione artistica, quella fra Milano e Firenze, già sperimentata con successo nella mostra dedicata alle Tre Pietà michelangiolesche, in corso al Museo dell’Opera del Duomo. Con quest’opera monumentale si rafforza questa partnership, un’occasione unica per ammirare a Firenze il capolavoro di Pellizza da Volpedo.
La preparazione dell’opera il Quarto Stato, foto ANSA
Il progetto fiorentino, a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti, non è casuale, qui infatti l’artista soggiornò frequentando l’Accademia delle Belle Arti, sotto l’insegnamento di Giovanni Fattori, entrando in contatto con i capolavori rinascimentali.
Allestimento nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio
Il Quarto Stato viene presentato al pubblico la prima volta nel 1902, all’Esposizione internazionale e decorativa moderna di Torino. Ovviamente l’opera non fu compresa, la classe dirigente dell’epoca, insieme alle autorità pubbliche e politiche, la decodificarono come una tela rivoluzionaria e “anarchica”.
Immagine dell’inaugurazione in cui possiamo scorgere, fra gli altri, Sergio Risaliti, Dario Nardella, Andrea Orlando, Beppe Sala, Tommaso Sacchi.
L’opera si ispirava a ciò che era accaduto a Milano nel 1898, quando durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage. Volpedo era profondamente socialista, ma il suo impegno politico nasceva da intenti nobili, quello per cui ogni cittadino sogna di essere rappresentato, l’impegno civile e umanitario, qualcuno che parli per tutti quelli che non hanno voce.
Per questo la sua folla avanza con fierezza e non ha paura, il quarto stato è la classe lavoratrice. Uomini e DONNE (ancora un segno rivoluzionario) hanno una gestualità e un’espressività diversa, umana e naturale (le figure furono studiate dal vero). Quest’opera si prefigge di comunicare un urgenza sociale e politica.
Locandina del film “Novecento” di Bernardo Bertolucci
Il dipinto è stato anche protagonista di un piano sequenza di uno dei film più belli della storia del cinema italiano, Novecento di Bernardo Bertolucci (1974).
Si potrà ammirare l’opera di Volpedo dal 1*maggio al 30 giugno 2022, nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio.
In un periodo così complicato ed incerto, quest’opera risulta più che mai attuale, sperando che i diritti legati al lavoro, in alcuni stati ancora incredibilmente lontani da parole come “equità e umanità”, possano migliorare, diventando almeno dignitosi.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Perché portare un quadro così importante e monumentale a Firenze? Valeva lo stesso per Roma o Palermo, a parer mio non era necessario.
Claudio Goretti
Wow , your sketch is wonderful, great idea!