“Flaminia” di Beatrice Brandini
Banner della mostra “Imperatrici Matrone Liberte
Imperatrici, matrone, liberte è il titolo della nuova esposizione archeologica della Galleria degli Uffizi, dove trenta opere raccontano l’importante ruolo della donna nella società di quel tempo.
Ritratto di Vibia Sabina cosiddetta Matidia (testa :128 130 d.C. busto: 250 300 d.C)
Busto di Antonia Minore cosiddetta Agrippina Maggiore (testa: prima metà del I d.C. busto moderno)
Ara in onore del verna L. Giulio Caro, II secolo d.C.
La storia dell’affermazione della donna nella cultura romana della tarda repubblica e dell’alto impero è il tema di questa mostra rivoluzionaria, che mette a confronto splendidi ritratti di imperatrici assieme a quello di ignote private.
Ara in onore di Materia Superba, metà del I secolo d.C.
Una mostra che valorizza l’immagine femminile in un contesto d’eccellenza, ci sono infatti opere straordinarie come le sculture raffiguranti la madre di Nerone e la moglie di Domiziano, in un momento storico importante, in cui ancora, in molte parti (troppe!) del mondo, le donne sono discriminate o violate.
Codice cinquecentesco attribuito a Giovanni Antonio Dosio. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale
Ara di Rhodon, schiavo di Domizia Agusta, tarda età flavia
Il direttore Schmidt dichiara che è una mostra al femminile, che sottolinea l’immenso patrimonio archeologico delle Gallerie degli Uffizi, negli ultimi anni sempre più attente a valorizzare e proporre un’immagine forte di donna.
Piccolo busto di Antonia Minore, testa e parte del busto arte romana dal 37 al 42 d.C.
Ritratto di Faustina Maggiore “tipo Dresda” su busto moderno, metà del II sec. D.C.
Testa ritratto femminile di età adrianea su busto moderno. 128 -130 d.C.
Le donne raffigurate nei busti marmorei di questa esposizione, ci testimoniano la loro potenza, la loro determinazione, la loro indipendenza e ribellione. Le donne romane dell’età imperiale, con le loro storie e le loro battaglie per l’emancipazione civile, politica ed economica, sono le protagoniste della mostra e nonostante i secoli, ci parlano di lotte che sono ancora le nostre.
Si tratta di trenta opere provenienti dalla collezione archeologica del complesso museale, ma anche da importanti prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e dalla Biblioteca Nazionale Centrale.
Frammento monumentale I – II secolo d.C.
Particolare Ara in onore di Giunia Procula, con maledizione per Giulia Atte, età flavia (66 – 96 d.C.)
Scorci del Corridoio della Galleria degli Uffizi
L’itinerario, articolato in tre sezioni, permette di seguire la vita delle donne romane nei primi due secoli dell’Impero (dagli inizi del I alla seconda metà del II secolo d.C.). Si ammirano personalità positive e negative, incarnate da imperatrice e autorevoli donne della casa imperiale, concentrandosi anche su storie di vita quotidiana di matrone e liberte, come quella di Giunia Atte, prima schiava e poi sposa al suo carnefice patrono. O quella di Pompeia Trebulla, potente matrona dell’élite di Terracina, alla quale si deve un gesto rivoluzionario di grande indipendenza femminile, quello di aver posto il suo nome accanto a quello degli Augusti, nel tempio dedicato a Tiberio.
Altri magnifici scorci, Palazzo Vecchio
Scorcio della Loggia della Signoria, sculture del Perseo e il Ratto delle Sabine
La mostra è curata da Novella Lapini con la direzione di Fabrizio Paulucci, e sarà in programma dal 3 Novembre al 14 febbraio 2021.
Mini collezione ispirata alla Roma antica, di Beatrice Brandini
Buona vita a tutti!
Beatrice
Bellissimo post. Hai reso moderno un argomento antico! Ti seguo sempre. Donatella
Appena questa Pandemia ci darà tregua e i musei potranno riaprire con tranquillità e continuità, andrò sicuramente a vedere questa bella mostra. Grazie ad avermela segnalata. Francesco Filippi