Jacovitti francobollo celebrativo 100esimo anno dalla nascita
Silvia di Beatrice Brandini
L’Italia ha avuto molti geni, uno fra questi era il grandissimo autore di fumetti Benito Jacovitti.
Jacovitti Cocco Bill
Il primo autore a creare un mondo grottesco, assurdo, ma non per questo meno magnifico e divertente. Il suo personaggio più noto è stato Cocco Bill, il pistolero che beveva camomilla, ispirandosi alle commedie ironiche e comiche che prendevano in giro i film sul Far West, interpretate da Ugo Tognazzi o Raimondo Vianello. “Così ho pensato di realizzare una storia con il cowboy così violento che per calmarsi, anziché bere whiskey, ordina camomilla, l’esatto contrario di ciò che succede nei western tradizionali. “ Benito Jacovitti.
Una vignetta di Jacovitti
Fin da bambino dotato di una fervida fantasia che lo aveva visto costruire pupazzi con forbici, ago e filo per i suoi fratelli più piccoli. A sei anni iniziò a disegnare le prime vignette sui lastroni di pietra che caratterizzavano le strade di Termoli, dove era nato. Frequenta la scuola d’arte e il liceo artistico di Firenze dove il soprannome “Lisca di pesce”, per il suo aspetto emaciato, diventerà il simbolo e la sua firma su tutte le sue tavole.
Pinocchio illustrato da Benito Jacovitti
Lavorò per molti giornali (Il Brivido, Il Vittorioso, Il Corriere dei Piccoli, Il Corriere dei Ragazzi …) e per famose campagne pubblicitarie, come quella dei gelati Eldorado con Cocco Bill, per la Facis con Pecor Bill, il gatto Maramio per il formaggino Mio, il gioco dell’oca dell’Enel….
Vignette di Jacovitti
Mi spiace che molte delle nuove generazioni non conoscano questo straordinario artista, un pò per questo è nato il mio blog, per la volontà di raccontare autori straordinari, non solo nella moda, per cui in mancanza dei social (nello spazio temporale in cui hanno vissuto) e a volte di un pizzico di fortuna, non sono arrivati a tutti, e non hanno avuto quella fama mainstream che avrebbero invece meritato.
Vignette di Jacovitti
Probabilmente quel nome, Benito, non l’ha aiutato; allontanato dal Corriere dei Ragazzi e successivamente da Linus, in cui un lungimirante Oreste del Buono lo aveva accolto e compreso, dirà di essere stato considerato fascista e boicottato dalle redazioni “Io avevo fatto una critica contro gli estremisti di ogni coloro, mentre loro volevano che lasciassi le frecciate contro i fascisti e che levassi quelle contro l’extrasinistra, racconta in un libro, invece, le avevo levate tutte e due!” La faziosità ha sempre afflitto l’Italia, continua a farlo, e per la cultura questo è un danno gravissimo. Oreste del Buono, uomo di sinistra, a differenza di molti era un intellettuale intelligente, che non giudicava il colore politico, ma il talento.
Quaderni di Jacovitti
Poi in realtà Jacovitti non era di destra, era semplicemente un uomo libero, non allineato all’unico pensiero che dominava la cultura di quegli anni. Probabilmente se fosse nato in America sarebbe stato l’antagonista di Walt Disney o in Europa di Hergé, il padre di Tintin. Un uomo che non si risparmiava, che disegnava a ruota libera senza un ben che minimo canovaccio. Oggi vanno molto di moda le graphic novel, ma molte di queste sono delle prove sbiadite, dei tentativi che non si avvicinano nemmeno lontanamente al genio di Jacovitti.
Una statua dedicata a Benito Jacovitti nella sua Termoli
Alcune vignette di Benito Jacovitti
Lui si definiva un artigiano umorista, per noi che lo abbiamo amato (grazie papà per avermelo fatto conoscere da ragazzina) era il più grande anarchico creativo che l’Italia del dopoguerra abbia avuto. Fantastico, scomodo, gioioso, irriverente, Jacovitti era tutto questo e molto altro.
Vignette di Jacovitti
Ho ancora un mio vecchio diario, dei libri e dei quaderni di Jacovitti, e ogni volta che li guardo mi fanno sorridere. Penso che con la sua satira e i suoi disegni non fosse solo ironico, ma un vero curatore dell’anima e della mente.
Vignette di Jacovitti
A cento anni dalla nascita, due grandi esposizioni lo celebrano, una al Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo a Roma, fino al 18 febbraio 2024; l’altra al Macte, Museo di Arte Contemporanea di Termoli, fino al 25 febbraio 2024. Grazie alla figlia, Silvia Jacovitti, che sta portando avanti l’immensa eredità creativa del padre, sarà un’occasione per riscoprirlo o ammirarlo per la prima volta.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Nella cultura o per la cultura le uniche cose che vanno evidenziate sono le idee, che sono universali, e quelle buone possono arrivare da chiunque, non dobbiamo essere prevenuti perché qualcuno ha la sua personalità o convinzioni diverse dalla massificazione, secondo me.
Meraviglioso parlare di Jacovitti, un personaggio un pò dimenticato, o comunque non celebre quanto altri artisti meno talentosi di lui.
Fortunatamente ora due mostre lo celebrano e grazie al tuo blog che parla sempre di cose interessanti .
Vittorio