John Currin, “The go see”, 1999
“Sole e Orchidea” di Beatrice Brandini
Adoro John Currin da sempre, trovo che le sue figure imperfette (quasi esclusivamente femminili), spesso emblema della “vuota” ricchezza americana (vuota perché sterile e annoiata, estremamente consumistica, senza passioni amore, pulsioni…), siano alla fine irresistibili e, in un modo inconsueto, incantevoli.
“Rachel in Fur” 2001, opera di John Currin (la mia preferita!)
Si, nonostante le leggere o evidenti “storture” (troppo magre, troppo in carne, rugose, strabiche, finte, plastificate…), la sua arte è incredibilmente bella, diversa, direi quasi inquietante (ma perbacco, una delle principali funzioni dell’arte è quella di suscitare emozioni!).
John Currin “Sno-Bo”, 1999 John Currin “Costance Towers”, 2009
John Currin è considerato uno dei più importanti pittori contemporanei, anche dei più quotati, fa parte della scuderia di Gagosian e le sue tele superano tranquillamente il mezzo milione di dollari. Nato in Colorado si diploma alla prestigiosa scuola d’arte della Yale University. La sua arte mescola rinascimento e manierismo, pop art e pornografia (gli ultimi lavori sono davvero “forti”). Ma non solo, l’arte di Currin denuncia il moralismo del “politically correct” americano, prendendo in giro quella classe sociale che mai ama prendersi in giro. Dietro quegli sguardi vitrei e quei sorrisi forzati, dietro quei perfetti completi e abiti firmati, c’è tutta la decadenza morale di una società attratta solo dal denaro. Currin racconta la “buona” borghesia americana che ha perso il senso del giusto, di se stessa, del proprio futuro.
John Currin “Miss Fenwick” John Currin “Heartless”, 1997
Tecnicamente molto capace, diventa quasi un calligrafo nel definire i dettagli di abiti e particolari dei suoi protagonisti e anche questo aspetto diventa conturbante, inquietudine, rarefazione…
John Currin “The cripple”, 1997 e “Honeymoon nude”
Guardate bene ogni opera di questo geniale artista, le sue donne che ad un primo colpo d’occhio vi sembreranno belle e perfette, dopo uno sguardo più attento risulteranno per quello che sono, sproporzionate, irrisolte, cariche di atteggiamenti lascivi, a volte al limite della pornografia (altre volte proprio pornografiche). La genialità di Currin è proprio questa, usare la bella pittura, la precisione e la conoscenza dell’arte e dei modelli antichi, per trasformarla nel “grottesco”, ma non caricaturale, creando un arte che non è mai banale ma anzi è espressione colta.
John Currin “The pink tree”
Avrei voluto disegnare una donna alla Currin, ma poi non ho voluto (probabilmente non ne sarei stata nemmeno capace), ho pensato che il suo stile, così personale, doveva rimanere tale, anche un omaggio sarebbe stato una forzatura. Infatti, in una delle sue candide e ciniche dichiarazioni, lo stesso artista dichiarò che dopo il diploma, dopo lo studio dei classici come Botticelli, Tiepolo e soprattuto Cranach (di cui spesso ci sono forti citazioni nei nudi e nelle pose), voleva creare qualcosa che nessun altro aveva mai fatto. Direi che c’è decisamente riuscito!
John Currin “Lynette & Janette”, 2013 John Currin “Big Hands”, 2010
Buona vita a tutti
Beatrice
Stupefatto.
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Sergio