Ingresso Lab Museo del Design
“Artemide” di Beatrice Brandini
A Calenzano, vicino Firenze, c’è uno splendido Museo che si occupa di raccogliere i pezzi più significativi del Design Italiano dagli anni ’60 ai giorni d’oggi. Si tratta del Museo del Design Lab.
Facciata edificio Lab Museo del Design
Scorcio sale Lab Museo del Design
Come spesso accade per il patrimonio italiano, soprattutto quello culturale, non è molto “pubblicizzato”, sicuramente è conosciuto dagli appassionati e da tutti gli amanti degli oggetti che hanno fatto la storia del nostro design, ma secondo me, meriterebbe una visibilità più ampia.
Giò Ponti sedia, 1955 per ISA “Arco” lampada di Achille e Piergiacomo Castiglioni, 1962 per Flos
“UP 5 Donna” poltrona di Gaetano Pesce, 1969 per B&B “San Luca” poltrona di Achille e Piergiacomo Castiglioni, 1960 per Potrone Frau
“Poltrona Sacco” di Gatti, Paolini e Teodoro, 1968 per Zanotta “Dezza” poltrona di Giò Ponti, 1965 per poltrona Frau
Esposizione illuminazioni anni ’60 Esposizione HiFi anni ’60
Giò Ponti Piatti, 1967 Ceramiche Pozzi “Valentina” Ettore Sottasass, 1969 per Olivetti
Il Museo è il risultato della collaborazione tra la fondazione Anna Querci per il Design, i corsi di Laurea in Design dell’Università di Firenze e il Comune di Calenzano. Inoltre è importante citare che è un organizzazione no-profit, che ha solo il nobile scopo di favorire, promuovere e valorizzare, la conoscenza e lo studio del design.
“Atollo” lampada Vico Magistretti, 1970 per Oluce “Papillon” poltrona Guido M.Rosati, 1971 per Giovannetti “Boalum” Livio Castiglioni e Gianfranco Frattini, 1970 per Artemide
“Fiocco” sedia 1970, Centro Studi ricerche Busnelli
Anche il mondo del design, come quello della moda, crea attraverso un processo complesso che non solo prevede la realizzazione di un prodotto grazie all’insieme di un artista, di un tecnico e di un artigiano (stilista-modellista-confezionista), ma perché possa dirsi compiuto e di successo, bisogna che l’uomo ci si riconosca e che ne diventi l’utilizzatore finale.
“Ghost” poltrona Cini Boeri e Tomu Katalanagi, 1987 per Fiam Italia
Gli oggetti attestano il cambiamento del gusto, ma soprattutto sono, come ogni forma d’arte, il testamento di un’epoca. Pensiamo agli anni ’60 con l’avvento della Pop Art, dove gli oggetti di design diventano più ludici, colorati, spesso eccessivi (cito la Poltrona “Sacco” di Gatti; Paolini e Teodori); oppure agli anni ’80, con l’edonismo reaganiano, in cui gli oggetti diventano pura estetica, ostentazione (per esempio attraverso superfici lisce e specchiate); e ancora gli anni Duemila, in cui agli oggetti si chiede un “contributo” etico e morale (penso alla poltrona “Donna” di Gaetano Pesce, in cui l’artista l’ha ideata pensando al grembo della donna e alla sua ancora difficile condizione umana in alcune parti del mondo, quindi l’oggetto diventa denuncia).
Vetrina con Tisaniere e Teiere Cesare Casati Tisaniera, 1996
Il museo conta attualmente oltre 140 pezzi, fra questi alcune cose che hanno davvero fatto la storia del nostro Design e del nostro paese (la sedia “Leggera” di Ponti, la macchina da scrivere “Valentina” di Sottssas, la poltrona “Sanluca” di Castiglioni ecc. ecc.). Questo museo ha inoltre il merito di essere stato il primo ad esporre opere del design italiano.
L’esposizione degli oggetti è suddivisa per decadi, gli anni ’60, ’70, ‘80, ‘90 e 2000, ed essa raccoglie alcuni capi iconici e storici, esposti nei musei di tutto il mondo; altri che hanno rivoluzionato l’estetica e il gusto, non solo italiano, e altri ancora, quelli che hanno cambiato il nostro quotidiano, migliorandolo. Infatti accanto ad alcuni complementi di arredo importanti proprio perché estremamente innovativi, ci sono cose di uso comune, come caffettiere, posate, caschi da moto o da bike….
“Nemo” poltrona di Fabio Novembre, 2010 per Driade Store Chair One di Konsantin Gricic, 2002 per Magis
“Alveo” set da giardino Chiaramonte & Marin, 2003 per Emu “RA” Lampada Ettore Cimini, 2002 per Lumina
“Nobodys is Perfect” sedia di Gaetano Pesce, 2000 “Canasta” poltrona Paolo Parigi, 1989 Heron Parigi
I protagonisti del Design Italiano hanno reso il nostro paese famoso in tutto il mondo. A volte sorrido nel vedere su “D Casa” (allegato di Repubblica) quale oggetto o mobile, noti personaggi, soprattutto stranieri, hanno acquistato per le loro case, e, con grande soddisfazione (non stupore), mi accorgo che la maggior parte di essi sono italiani.
Lab Museo del Design
E’ anche questo un patrimonio inestimabile, preserviamolo, valorizziamolo e promuoviamo il suo studio, in modo che altri giovani futuri architetti o designers, possano portare avanti questa eccellente tradizione.
Mostra su Giò Ponti del 2007
Buona vita a tutti!
Beatrice
Leggendo oggi il tuo nuovo post sul museo Lab, ho cliccato nel link e ho riletto con piacere questo tuo del 2014. Meravigliosa collezione per un Museo poco conosciuto ma incredibilmente ricco di oggetti unici e da collezione . Occorre valorizzare il nostro patrimonio, è la cosa più importante che abbiamo.
большое спасибо
very good
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