Ceramica Lenci
Doll di Beatrice Brandini
Nel 1919, Enrico Scavini e la moglie Elena König, fondano a Torino una manifattura che si occupa della produzione di bambole di pezza. La straordinarietà di queste bambole è una lavorazione speciale che consiste di lavorare gli scampoli di feltro pressandoli a caldo all’interno di stampi metallici.
Ceramica Lenci
Ceramica Lenci
Questo tipo di bambola diventa ben presto conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, anche grazie alla sua “modernità” in quanto si discosta dalle bambole del periodo che erano caratterizzate dalla testa in ceramica. Le bambole Lenci partecipano ad esposizioni importanti come la Mostra delle Arti decorative di Monza, nel 1923, l’Esposizione Nazionale a Torino, nel ’29, e soprattutto all’Esposizione Internazionale di Parigi, nel 1925. Nello stesso periodo inizia anche una produzione di ceramiche (1928), che annovera fra i suoi artisti per la realizzazione di bozzetti o disegni, Gigi Chessa, Felice Tosalli, Mario Sturani, Sandro Vacchetti, Marcello Dudovich e molti altri.
Bambola Lenci
Bambola Lenci (Casa d’aste Finarte)
Ma nonostante una sempre crescente popolarità (i dipendenti erano diventati 600) , che si concretizza anche nell’ottime vendite, la crisi del 1929 costringe i coniugi Scavini ad accettare un socio esterno, Pilade Garella, che nel 1937 ne diventa l’unico proprietario. La famiglia Garella resiste fino al 1997, quando la proprietà passa alla Bambole italiane srl che nel 2002 fallisce e chiude definitivamente la produzione.
Ceramica Lenci
Ceramica Lenci
Ceramica Lenci
La stampa dell’epoca testimoniò in varie occasione il valore artistico della ditta Lenci, nel 1929 per esempio la rivista Domus pubblicò Adolescenti e Gli sposi di Giovanni Grande, così come Casa Bella o Marianna, due delle riviste più popolari dell’epoca, pubblicarono diverse immagini delle ceramiche Lenci.
Angelo Lenci (collezione privata)
Bambola Lenci (collezione privata)
Mi sono sempre chiesta come mai nessun marchio di giocattoli italiani, o di design, non abbia cercato, più recentemente, di riacquistarne i diritti, attribuendosi gli archivi. Perché secondo me, e credo proprio di essere in buona compagnia, le ceramiche e le bambole Lenci erano straordinarie. L’eleganza dei volti, la sinuosità delle pose, l’espressività erano e rimangono ancora, uniche. Quando maneggi un prodotto Lenci capisci di toccare qualcosa di eccezionalmente artistico. La fattura di queste straordinarie bambole (abiti cuciti a mano e volti delicatamente dipinti) e delle ceramiche, le ha rese desiderabili e amabili in modo trasversale.
Pubblicazioni sulla storia della manifattura Lenci
Pubblicazioni sulla storia della manifattura Lenci
Il sogno di questa azienda è iniziato con la signora Elena Koning, moglie di Scavini, che il padre chiamava affettuosamente Helenchen (diminutivo tedesco di Helen) diventato poi Lenci. Negli oltre ottanta anni di attività, molti dei successi sono dovuti al genio della sua fondatrice, per questo anche quando Piliade Garella, contabile dell’azienda diventa proprietario unico, assume la signora Lenci come direttrice artistica.
Pubblicazioni sulla storia della manifattura Lenci
Pubblicazioni sulla storia della manifattura Lenci
Le ceramiche Lenci sono oggi oggetti da collezione, presenti, a prezzi spesso inaccessibili, nelle aste e nelle fiere di antiquariato più importanti. Molte sono anche le pubblicazioni che hanno ripercorso la gloria di questa grande azienda italiana.
Scultura Lenci (collezione privata)
Buona vita a tutti!
Beatrice
Che meraviglia le donnine di ceramica firmate Lenci. Sono felice che ne abbia parlato, io le colleziono da più di cinquant’anni e sono il mio vero tesoro.
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