“Mafalda anni 2000″ di Beatrice Brandini
Mafalda di Quino
Quando ero piccola avevo tre fumetti preferiti (ho già parlato di Snoopy), gli altri due erano Zoe (di Arturo e Zoe) e Mafalda. Due bambine sui generis, irriverenti e divertenti, molto politicamente scorrette. Ed è piuttosto strano poiché io in realtà sono diversa, molto più conciliante e credo dolce.
Probabilmente questa passione per queste due piccole eroine, nasce perché entrambe rappresentano ciò che ammiro negli esseri umani, ovvero la capacità di esprimere le proprie idee e di non essere per forza concilianti e l’onestà intellettuale.
Striscia di Mafalda by Quino
Zoe e Mafalda avevano carattere e, se contestualizzati negli anni in cui apparvero la prima volta (nate rispettivamente nel 1938 e 1963), possiamo capire quanto fossero moderne e rivoluzionarie.
Striscia di Mafalda by Quino
Mafalda nasce dalla matita del disegnatore argentino Joaquín Salvador Lavado Tejón, per tutti Quino (chiamato così anche in famiglia per distinguerlo dallo zio Joaquín, anch’esso illustratore), che nel 1963 inventò Mafalda per l’azienda di elettrodomestici Mansfield. Il personaggio non piacque al committente e venne scartato. Tuttavia Quino pensò che aveva creato qualcosa di speciale e cominciò ad elaborare le prime strisce basate su questa piccola bambina di 6 anni di nome Mafalda.
Striscia di Mafalda by Quino
Striscia di Mafalda by Quino
Mafalda era una protagonista diversa, non classicamente bella, spesso arrabbiata e molto impegnata su temi politici, ecologici, femministi. Il pubblicò l’apprezzò fin dall’inizio; già nel 1966 il fumetto era tradotto in trenta lingue e vendeva milioni di copie. In Italia apparve in un’antologia di Feltrinelli, anche Bompiani pubblicò il primo albo intitolato “Mafalda la contestataria”, la prefazione era di Umberto Eco.
Striscia di Mafalda by Quino
Negli anni Settanta Quino visse anche in Italia, migrazione necessaria per sfuggire alla dittatura argentina di quegli anni, poi in Spagna e a Parigi.
Striscia di Mafalda by Quino
Umberto Eco, innamorato dei fumetti che definì la nona arte, paragonò Mafalda a Charlie Brown, e della ragazzina di Buenos Aires disse: “eroe del nostro tempo”, aggiungendo “Nessuno ora mi nega che il fumetto sia (quando raggiunge alti livelli di qualità) una spia del costume e in Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile…..”
Il fumetto ha un potere enorme, quello di svagarci, di allontanarci dalla realtà (mai così salvifico come in era Covid), di creare mondi paralleli con pochissimo sforzo. Pensiamo come tutte le produzioni cinematografiche che hanno incassato di più negli ultimi anni siano tutte tratte dai comics, Marvel o DC non fa differenza.
Per questo ringrazio mio padre che mi ha fatto amare i fumetti, li vedevo ovunque in casa, mi portava a Lucca Comics, decenni fa, quando c’erano gli autori a firmare le copie e avevi l’opportunità di vederli al lavoro o stringer loro la mano.
Striscia di Mafalda by Quino
Quino se n’è andato recentemente, lo storico editore argentino del fumetto, Danile Jorge Divinsky ha detto: “Lo piangeranno tutti gli uomini buoni, in Argentina e nel mondo”.
Quino con la statua di Mafalda a Buenos Aires
Mafalda era una bambina speciale, spesso più saggia degli adulti, adulti che avevano smesso di lottare per i loro ideali, per questo Mafalda era così arrabbiata.
Mafalda modaiola di Beatrice Brandini
Mafalda insegnava agli adulti delle grandi verità, le stesse che sopravviveranno per sempre. Mafalda resterà eterna, un esempio di donna sempre più avanti di tutti.
Buona vita a tutti!
Beatrice
I am in love with Mafalda. I like your blog, you always talk about interesting things, art, fashion, comics … they all look incredibly beautiful and importante. Wells done
W W W Mafalda,!
Mi hai fatto ricordare quando la leggevo a casa dei nonni ❤️