“STELLA” di Beatrice Brandini
Locandina della mostra
A Castiglioncello, posto incantevole, chic, raffinato e mai scontato, all’interno di una altrettanto incantevole location, Castello Pasquini, c’è una bella mostra di Mario Schifano, “Mario Schifano 1960-1970”, uno dei più grandi artisti italiani del secolo scorso, che meglio di tutti interpretò la corrente della Pop Art, per molti l’erede italiano di Andy Warhol.
Castello Pasquini facciata ed interno
La mostra, curata da Luciano Caprile, interessa il decennio della sua produzione artistica che va dagli anni ’60 agli anni 70’, anni molto importanti e prolifici della sua arte.
Tutte le opere sono state messe in mostra grazie alla concessione di Giorgio Marconi, uno dei più grandi estimatori e mercanti di Schifano, fondatore a Milano dello Studio Marconi, oggi Fondazione, tra i principali punti di riferimento per la pittura italiana.
La mostra è bella perché si articola in tre percorsi diversi, sono quelli più significativi dell’arte di Schifano, e anche chi non è un grandissimo conoscitore di questo artista, potrà ritrovare opere famosissime, vere icone dell’arte italiana, vedi le tele con i loghi della Coca Cola, oppure le palme e le stelle.
Mi piace sottolineare che Schifano è stato non solo un grandissimo artista, ma sicuramente anche uno dei più moderni. Era interessato solo al presente e al futuro, infatti amava dire “non leggo mai un libro che abbia più di sei mesi”, tanto per sottolineare che era inutile soffermarsi sul passato quando l’attualità era così ricca di stimoli e di aspettative. Era velocissimo nell’eseguire un opera, non aveva nessun tabù a rivelare le fonti della sua arte, si esprimeva meglio nelle grandi o grandissime dimensioni. Ha mantenuto sempre uno sguardo puro, quasi infantile e ludico, per questo è uno dei miei artisti preferiti.
“X TE” di M. Schifano, collezione privata
La prima sala espositiva della mostra è dedicata ai monocromi, in cui il colore compatto occupa totalmente o in parte la superficie di un riquadro. Poi ci sono le tele che testimoniano e denunciano la direzione verso una società di consumi e verso la sua arma più efficace: la pubblicità, sono le tele con marchi come “Coca Cola” o “Esso” . Schifano in questi anni, 1962, si divide fra Roma e New York, entra in contatto con la scena pop americana, rielaborandola con una sua poetica ironica e critica.
“Vero amore incompleto” 1962 – Catalogo mostra Skira editore
La sala successiva è dedicata alla serie del “futurismo rivisitato”, dove la celebre fotografia del gruppo d’avanguardia è il pretesto di infinite variazioni. Oppure il grande smalto “Camminare” che riprende idealmente il concetto del movimento, tema molto caro ai futuristi, e il quadro di Giacomo Balla “Bambina che corre sul balcone”, del 1912.
Immagine all’interno della mostra
Un’altra sala è dedicata ai “paesaggi stellati e alle palme”, si tratta di tele che rimandano alla sua terra natale, (era nato in Libia), quindi la palma si erge come simbolo di appartenenza; ma anche le luci dei locali notturni, che Schifano riproduce su tela usando delle mascherine per poi intervenire con degli spray, simbolo di modernità.
“Corpo in moto e in equilibrio” 1963 – Catalogo Skira
L’ultima sala espositiva è dedicata alla serie “Compagni Compagni” del 1968, in cui slogan rivoluzionari fanno da sfondo a personaggi che impugnano la falce e il martello. Ancora l’utilizzo del mezzo pittorico come denuncia.
Infine si possono ammirare i “paesaggi TV”, concepiti tra il 1969 e il 1970. Sono immagini di fatti spesso drammatici trasmessi dalla televisione e vengono riportate da Schifano su tela emulsionata e sottoposte a un intervento pittorico.
Mario Schifano “Senza titolo” Collezione privata
Questa è una t-shirt personalizzata da Mario Schifano, realizzata in onore di una mostra molto interessante presentata nella Galleria Marconi di Milano: T-Show, nel lontano 1984. Progetto coordinato nell’ambito del gruppo tessile che faceva capo al Cotonificio Cantoni.
Valerio Adami “Senza titolo” Ugo Nespolo “Sidecar”
Le T-shirts diventavano protagoniste di slogan, come mezzo di comunicazione di massa, ma in questo caso diventano anche T-shirts d’artista poiché fu chiesto a pittori, designers, personaggi di spettacolo, di cultura e di moda, di disegnarne una, dando vita ad una collezione unica e irripetibile di magliette. Si narra che Gherardo Frasca, archeologo del casual americano e Dario Fiori, creativo dell’editoria indipendente, ideatori e artefici del progetto, abbiano faticato non poco per convincere tutte queste grandi personalità a disegnare una maglietta, ma che alla fine ce l’abbiano fatta, coinvolgendo e convincendo anche i più reticenti, dando vita ad uno spettacolo magnifico, la mostra T-Show.
Mimmo Rotella “Oriente e Occidente” Lucio Del Pezzo “Leonardo, i segni”
Lorenzo Mattotti “Le monstre” Andrea Pazienza “The Last Rockstar”
Mario Schifano è stato uno dei più grandi esponenti della Pop Art, a parere di molti un gigante. Per questo, nonostante le sue quotazioni siano elevate, per me rimangono al di sotto del suo reale valore. A volte penso che se fosse nato in America avrebbe aspirato, meritato e sicuramente raggiunto, stime come quelle di Pollock.
Schifano è stato davvero grande nella sua arte, una personalità spiccata e tormentata, ma sempre immensa.
Grazie per quello che hai creato e per quello che noi fortunati abbiamo potuto ammirare.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Con Schifano ho scoperto che anche io appartengo al mondo degli Artisti maledetti, la mia maledizione non è però negli eccessi ma nella miseria e nella monotonia. Comunque sempre forme di schizofrenia sociali sono, la ricerca del prestigio e del piacere con il rifiuto degli schemi e del conformismo. Anche le mie tecniche sono simili, lui usava la macchina fotografica e la pittura io la macchina fotografica e il Computer, sempre però alla ricerca di uno stile che ci soddisfi, ma che non troveremo mai, … semplicemente perchè nell’arte moderna non ci sono limiti. Si Schifano è stato un grande, … nella trasgressione.