Manifesto della mostra
“Puppet” di Beatrice Brandini
Alla Fondazione Palazzo Magnani a Reggio Emilia, fino al 17 marzo 2024 va in scena una mostra davvero spettacolare: “Marionette e Avanguardie. Picasso. Depero. Klee. Sarzi, a cura di James M. Bradburne membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani.
Enrico Prampolini Dieci burattini futuristi, 1922
L’esposizione si sviluppa intorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo dello spettacolo messo in scena verso lo spettatore che assiste. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, vanificando la divisione fra spettacolo e mondo, arte e vita.
Paul Klee senza titolo, 1925
Le marionette o burattini, in inglese per entrambi si usa il termine puppets, hanno da sempre affascinato gli artisti, che hanno usato questo mezzo non solo come potenziale educativo del “teatro figura”, ma anche per sperimentare la propria creatività, laddove le possibilità sono infinite.
Fortunato Depero Gatto nero 1918
I satirici usavano le marionette come mezzo rivoluzionario per colpire l’establishment politico, un burattino può dire ciò che spesso, soprattutto alcuni decenni fa, l’attore in carne d’ossa non poteva dire-fare. Le marionette hanno affascinato futuristi come Enrico Prampolini o Fortunato Depero, ma anche pittori come Sironi, Carrà e de Chirico.
Richard Teschner Zipzip 1913
Marionette e giochi divennero un elemento centrale anche della Bauhaus, con Paul Klee, Oskar Schlememr, Sophie Täuber, oppure protagonisti della Rivoluzione quando Lenin e la moglie Natalia Krupskaya, decisero di combattere l’analfabetismo attraverso l’utilizzo delle marionette.
Due marionette di Otello Sarzi (quella dorata con catene è Marionetta sperimentale)
Il precorso dell’esposizione si articola accogliendo i visitatori con i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russi di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917. Prosegue poi con una folla di puppets (marionette quelle manipolate dall’alto, burattini quelli dal basso), esemplari antichi come Pulcinella e Arlecchino della Commedia dell’Arte, fino a quelli di grandi artisti del Novecento, fra questi spiccano quelli del reggiano di adozione Otello Sarzi che realizzò burattini con materiali sperimentali. L’esposizione si completa proprio con un omaggio a questo straordinario artista che realizzò opere, anche monumentali, per il teatro, il cinema e la televisione.
El Lissitzky “The Gravediggers”, 1923
Particolare Richard Teschner, Nawang Wulan, 1912
Infine due palcoscenici sono allestiti nelle sale a piano terra, consentendo a tutti i visitatori di cimentarsi con il “teatro figura”. Grazie anche alla collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla di Milano e l’Associazione 5T di Reggio Emilia, un programma ricco di spettacoli/performance interpretati da professionisti del teatro di figura saranno eseguiti durante tutti i fini settimana per tutta la durata della mostra.
Fortunato Depero, marionetta Gallina, 1918
Sophie Taeuber – Arp, Pappagallo
“Ritengo che l’obiettivo principale della mostra sia quello di aprire uno spazio all’immaginazione in cui un bastone possa tornare a essere un cavallo, un drago o un flauto”. Queste le parole (MERAVIGLIOSE) di James M. Bradburne, coordinatore scientifico della mostra.
Pinocchio, la marionetta più famosa del mondo interpretata da mio figlio
Vi consiglio assolutamente di visitarla.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Mi piace da pazzi questo post! Grande idea e grande forma artistica quella delle marionette.