Max Ernst L’angelo del focolare 1937, Collezione privata
“Dorothea” di Beatrice Brandini
L’esposizione di Palazzo Reale (fino al 26 febbraio), curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech, mette in evidenza le mille e più sfaccettature di questo grande maestro del Novecento.
Max Ernst Oedipus Rex, 1922 Collezione privata
Uno dei capolavori dell’artista; una riflessione sulle mille sfaccettature (e nevrosi) del piacere e della sessualità.
È la prima retrospettiva italiana dedicata a Max Ernst (1891 – 1976). “È una mostra che restituisce Max Ernst in quanto umanista”, ha dichiarato Jürgen Pech presentando l’antologia da lui curata con Martina Mazzotta.
Il percorso espositivo infatti, rivela un impressionante varietà di tematiche, valorizzando la figura di Ernst come quella di uno dei più grandi intellettuali del Novecento. E’ una mostra importante, vera, esaustiva con tanti capolavori.
Max Ernst Pietà o La rivoluzione la notte, 1923 Londra Tate Gallery
Opera ispirata al grande tema della Pietà, interpretata in chiave maschile.
Cronologicamente si inizia con le sue opere giovanili, influenzate da de Chirico, per poi passare a suggestioni dadaiste e surrealiste, e ancora, al suo rapporto con la natura, nella sezione I quattro elementi, poi opere del secondo dopoguerra, fino alle opere “cosmiche” degli anni Sessanta e Settanta, influenzate dallo sbarco dell’uomo sulla Luna.
Max Ernst Gli uomini non ne sapranno nulla, 1923 Londra Tate Gallery
Mille i riferimenti all’eterno ciclo della vita e della morte.
Sono più di 400 le opere esposte, tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, e libri illustrati, provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, di questo grande artista tedesco, neutralizzato americano e francese.
Max Ernst La Festa a Seillans, 1964 Parigi Centre Pompidou.
Un opera sicuramente più allegra, un inno alla vita, simboleggia le feste di paese (realizzato in Provenza, a Seillans, luogo in cui si era trasferito a metà degli anni sessanta). Un’alternanza di corpi e volti, una musica.
Pittore, scultore e poeta surrealista, teorico dell’arte, Ernst ha sperimentato molto, coprendo settant’anni di storia del XX secolo. La retrospettiva è interessante anche proprio per questo, ovvero evidenzia, attraverso le opere e gli stili dell’artista, il secolo scorso, raccontandoci come sia stato incredibilmente ricco di eventi, cambiamenti, trasformazioni e pensieri, ma soprattutto ha dato vita ad una comunità intellettuale così ricca e importante, di cui figure come Max Ernst ne erano soggetti principali.
Mood Ernest di Beatrice Brandini
Buona vita a tutti!
Beatrice
Sono stato a vedere la mostra dopo aver letto il suo post, grazie perché mi è piaciuta moltissimo.