Michela Gattermayer
“Raggio di luna” di Beatrice Brandini
Ho sempre stimato la giornalista di moda e costume Michela Gattermayer. Chi ha studiato moda, chi ci lavora, chi l’ha sempre “frequentata” o chi, semplicemente, la ama e la segue, non può non conoscerla ed apprezzarla.
E’ una giornalista sui generis nel patinato mondo della moda, anticonformista, umana, “ribelle” (anche nel modo di vestire), molto autoironica, un po’ “peace and love” , in poche parole diversa da tutte le altre.
Cercando alcune notizie anagrafiche ho scoperto che sono poche le informazioni in rete su di lei, mi chiedo il perché visto che se digito invece un qualsiasi nome di “acerbi” e “famosi” blogger, vengono giù pagine e pagine; è abbastanza triste poiché Michela è una giornalista che ha lavorato per le migliori testate (Velvet in testa, ahimè non più in stampa, ma anche Elle, Vanity Fair e ora Gioia), che conosce la moda non come manichino vivente, ma per amore, studio, dedizione, cultura. Non è una polemica ma solo un altro, a parer mio, segno di questi “fatui” tempi…
Michela a Convivio
Comunque veniamo alla grande Michela. Ho appena citato Velvet, del gruppo editoriale l’Espresso, un mensile che per alcuni anni ha rappresentato una novità, una freschezza nel panorama dei periodici di moda femminili, la Gattermayer non solo ne era la direttrice, ma anche l’ideatrice, l’anima stessa della rivista. Mi sembrava proprio una rivista fatta con il cuore. Chi ha apprezzato questo mensile, molte, sa di cosa sto parlando.
Voglio citare anche “In Prova”, una trasmissione trasmessa da All Music, attuale Deejay TV, in cui ragazzi aspiranti professionisti creativi (moda, design, pubblicità) venivano catapultati nel mondo del lavoro attraverso un mini stage, al termine del quale dovevano consegnare un progetto. La trasmissione non era un capolavoro ma efficace soprattutto per far capire alcune dinamiche del mondo del lavoro, per esempio come si affrontava un colloquio, quali figure fanno parte di una azienda, ecc. E poi c’era la Gattermayer che commentava l’iter dello stage con grande professionalità e presenza scenica.
Adesso lavora come vicedirettore moda per Gioia, settimanale appena rinnovato, le sue pagine “michimood” mi fanno impazzire, ogni settimana affronta un argomento, citando un capo, un genere, una passione, un mood, con foto esplicative di se stessa, il tutto con molta autoironia, uno spasso.
Alcuni outfit ispirati a Michela.
Schizzi di Beatrice Brandini ispirati a Michela Gattermayer
Schizzi di Beatrice Brandini ispirati a Michela Gattermayer
Mi pento di non aver acquistato un libro mai più trovato (ero a Roma di corsa per andare in F.I.G.C. e non potevo portare un tomo come me), in cui si mostravano le case di alcune personalità del mondo dell’arte o della moda (come Philippe Daverio o Manuela Pavesi), c’era anche la casa della Gattermayer, un mix fra Disneyland e Alice nel paese delle meraviglie, la mia stessa idea di casa, divertente, piena di cose pazze che raccontano delle storie e ti fanno sentire e stare bene. L’età e il ménage familiare hanno placato in parte questa mia indole, fortunatamente è nato un bambino, un alibi per farmi sbizzarrire e tornare alle origini.
Michela streetstyle…
Bentornata Michela, io ti seguo da sempre, anche dovessi dirigere o collaborare con Topolino.
Buona vita a tutti!
Beatrice
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Leggo le sue pagine su Gioia ma non la conoscevo. Grazie a questo post ho capito meglio chi è e l’apprezzo ancora di più. Anna
Mi piace! Controcorrente anche io da sempre. Ciao