Omaggio a Poiret di Beatrice Brandini
Abito in chiffon di seta di Raphael Goudstikker, 1913 ca.
Dopo quattro anni di ristrutturazione, i meravigliosi spazi della Palazzina della Meridiana, hanno riaperto al pubblico con le collezioni del Museo della Moda e del Costume.
Abito femminile manifattura siciliana, 1775 – 80 ca.
Abiti femminili neoclassici 1800 ca.
Inaugurato nel 1983 come il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda e dell’alta sartoria, il Museo del Costume di Palazzo Pitti, vanta una collezione di più di 15.000 pezzi che verranno esposti nel tempo secondo una rotazione legata a temi. Insieme ad abiti storici, una vasta gamma di accessori, come scarpe cappelli, ma anche ventagli e borse, completano una proposta che testimonia l’evoluzione del gusto nel costume.
Abito da sposa, manifattura italiana 1836
Abito da sposa in tre pezzi, manifattura inglese, 1860 ca.
A sinistra abito da sposa a righe, manifattura italiana, 1876. A destra abito di Charles Frederick Worth, 1884 ca.
La Palazzina della Meridiana è situata nell’ala meridionale di Palazzo Pitti ed è un edificio iniziato sotto Pietro Leopoldo di Lorena nel 1776. Il suo nome è un omaggio allo strumento astronomico realizzato da Vincenzo Viviani nel 1699, situato nel vestibolo dell’allora appartamento del Gran Principe Ferdinando de’ Medici. Molte le dinastie che si sono succedute, dai Lorena ai Savoia, passando dai Borbone, e tutte hanno lasciato la loro impronta nell’arredo e nelle pitture murali.
Giovanni Boldini “La Signora in bianco”, 1902
Abito in velluto, manifattura torinese, 1923 ca.
Abito di Madeleine Vionnet, 1931 – 32
Molto interessante, nel nuovo allestimento, è il binomio fra arte e moda voluto dal Direttore Simone Verde e della curatrice del museo Vanessa Gavioli; infatti, accanto agli storici e meravigliosi abiti, ci sono dipinti del sette e ottocento, come quelli di Carle Vanloo, Tito Conti, Giovanni Boldini o Vittorio Corcos, ma anche capolavori dell’avanguardia italiana di artisti del calibro di Burri, Campigli, Turcato.
Sulla sinistra abito da sera Sartoria Marianna – Firenze, 1952. Sulla destra (con stola) abito Maison Carosa, 1953
Abito e soprabito di Federico Forquet, 1968, sulla destra completo di Valentino, 1966
Abito e soprabito di Federico Forquet, 1968. Sulla parete l’opera Bianco e nero di Alberto Burri
Chi mi conosce e mi segue, sa che da sempre ritengo che moda e arte siano il felice sodalizio di due discipline artistiche, che non solo si fondono e traggono ispirazione l’una dell’altra, ma entrambe fotografano il tempo in cui vivono al pari di qualsiasi altra importante fonte storica.
Ma in questo nuovo allestimento non si parla solo di Moda e Arte, ma anche di Teatro e di Scultura. Come nel meraviglioso esempio dell’abito di Mariano Fortuny indossato da Eleonora Duse.
Tunica Delphos di Mariano Fortuny, 1911
In primo piano abiti di Gianfranco Ferré, 1989; sulla destra abito di Roberto Cavalli
L’unico rammarico è che molti degli abiti appartenenti a questa straordinaria collezione non siano fruibili all’interno della stessa visita. Comprendo le ragioni di conservazione e mantenimento, ma, come spesso accade in Italia, e in particolare a Firenze, il nostro immenso patrimonio artistico non sempre riesce a vedere la luce del sole.
Manto di corte di Charles Frederick Worth, 1902, ca.
In passato ho viaggiato molto per lavoro e quando avevo occasione visitavo un museo o una mostra. Ho compreso che all’estero, nonostante un patrimonio artistico decisamente inferiore del nostro, riescono a costruire musei, mostre, eventi, attirando visitatori (ed entrate) con molta facilità. Peccato che in Italia si faccia ancora fatica a trovare spazi, adeguati, a valorizzare le collezioni, a salvaguardare un patrimonio che negligentemente talvolta trascuriamo.
Altri abiti nella galleria del costume
Altri abiti nella galleria del costume
Buona vita a tutti!
Beatrice