Lisa Fonssagrives, foto Irving Penn
“Jean” di Beatrice Brandini
A Parigi una grande retrospettiva celebra uno dei fotografi più importanti e talentuosi del secolo scorso: Irving Penn. inaugurata poche settimane fa (aperta fino a gennaio 2018), nell’anno, il 2017, che segna il centenario dalla nascita di quest’incredibile maestro della fotografia.
Jean Patchett fotografata da Irving Penn per Vogue
Lisa Fonssagrives fotografata da Irving Penn nel 1948
Foto Irving Penn, 1949
Irving Penn è stato forse il fotografo che, prima di ogni altro, ha elevato la fotografia di moda a fotografia d’arte. I suoi scatti eleganti, unici e moderni, sono stati dagli anni Quaranta a pochi anni fa, testimoni di un’epoca che guardiamo con profonda nostalgia. La moda, la pubblicità, gli still life e i ritratti delle personalità più importanti ed influenti del Novecento (Marcel Duchamp, Pablo Picasso, Truman Capote, Salvator Dalì, Miles Davis, Audrey Hepburn e decine di altri) sono i magnifici protagonisti di quella che è stata una carriera lunga più di sessant’anni. Penn diceva: “il viso umano è come la facciata di un palazzo: bisogna entrare, scavare, scoprire cosa c’è dietro”. Catturava l’intimità dei suoi soggetti, rilevando l’inquietudine (sfacciata o nascosta) dell’anima. A volte un’insolente arroganza, o quella sottile crudeltà, ironica e mai malvagia, che caratterizza spesso menti speciali.
Jean Patchett fotografata da Irving Penn per Vogue
Molyneux pocket detail, foto Irving Penn. 1950
Non era soggiogato dal successo del personaggio che ritraeva, voleva fotografare la personalità che si celava dietro la fama e la celebrità del soggetto. Per questo è stato uno dei primi a usare un semplice sfondo grigio, asettico, un modo per dare risalto totalmente alla presenza umana di chi stava ritraendo.
“Large Sleeve” foto Irving Penn, 1951
Tanaquil Le Clercq. Fotografia di Irving Penn, New York 1947 (uno dei miei scatti preferiti).
Salvator Dalì fotografato da Irving Penn
Audrey Hepburn fotografata da Irving Penn
Francis Bacon fotografato da Irving Penn, 1962.
…”Molto spesso ciò che sta dietro la facciata è più raro e meraviglioso di quanto il soggetto sa o osa credere”. Irving Penn
Collaboratore di Vogue per più di mezzo secolo (la prima copertina che realizza è del 1943, da lì in poi saranno più di 150 le cover per la famosa testata). Per la bibbia della moda ha la possibilità di sperimentare più tecniche, ma al di là dell’espressione creativa usata (prevalentemente bianco e nero, ma anche colore; scatti in studio ed in esterno; ritratti sintetici o più “carnali”), Penn sarà sempre l’artefice di un’eleganza senza tempo, frutto di una incredibile sensibilità analitica e di una grande cultura figurativa (giovanissimo, esordisce come illustratore per la rivista Herper’s Bazaar, e, ancor prima, aveva frequentato la scuola d’arte per studiare disegno e pittura). Nelle sue foto infatti, possiamo ritrovare tanta arte, echi Caravaggeschi, ma anche Morandi e Magritte.
“Mouth”, foto Irving Penn per l’Oréal Paris
Abito Christian Lacroix, Paris 1995. Foto Irving Penn
Abito John Galliano, New York 2007. Foto di Irving Penn
Abito Yves Saint Laurent, New York 2005. Foto Irving Penn
Incredibili anche le sue nature morte che coniugano teatralità con pathos e decadenza. Così sono infatti i crani di animali, i mozziconi di sigaretta sporcati da un intenso rossetto, oppure i suoi fiori, recisi, malinconici, ma non meno espressivi.
Cottage Tulip “Sorbet”, New York 1967. Foto Irving Penn
Rose “Blu Moon”, London 1970. Foto Irving Penn
Dal 1948 Irving Penn fece un ulteriore cambiamento rivoluzionario decidendo di mettere letteralmente all’angolo i suoi protagonisti, dando vita alla serie di “Corner Portraits”. Un set angolare, un angolo acuto con due pannelli vicini. Quello che poteva sembrare una costrizione, uno spazio quasi claustrofobico, divenne il suo marchio di fabbrica, e, a detta dello stesso Penn, un modo definito confortante dai soggetti fotografati. Questo confinamento, sorprendentemente, sembrava dare conforto alle persone, calmandole, le pareti erano una superficie su cui appoggiarsi o spingere contro. “…limitare i movimenti del soggetto sembrava sollevarmi da una parte del problema di occuparmi di loro”. Irving Penn
Sempre nello stesso periodo, grazie allo svolgimento di un servizio fotografico in Perù, Irving Penn si appassionerà all’etnografia delle tribù autoctone. Da qui la nascita di servizi e grandi reportage su questo tema.
Importante anche il sodalizio professionale (poi sentimentale), con la modella Lisa Fonssagrives, che incontrerà nel 1947 e non lascerà più, diventando la sua modella/musa preferita. Forse una delle prime top model della storia della moda. Incredibilmente elegante e grande professionista.
“Black & Whtie”, Vogue cover, Jean Patchett fotografata da Irving Penn.
Concludo con una delle foto più emblematiche di questo straordinario artista. Le tue foto ci hanno emozionato e continueranno a farlo. I futuri osservatori non potranno che ammirare, proprio come noi adesso, il tuo perfetto lavoro, a testimonianza che il bello non conosce confini.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Bellissimo post, bellissime foto!