Profumi mignon, particolare, collezione privata
“Fragranza” di Beatrice Brandini
“Una donna senza profumo non ha futuro”. Coco Chanel
Un buon profumo ha il potere di renderci più affascinanti, influenzando anche il nostro inconscio; un po’ come quando indossiamo della preziosa biancheria di seta, sono quelle cose che ci fanno sentire più sensuali, vanitosi e anche più forti, perché più consapevoli di noi stessi.
Possiamo dire che il profumo, con la sua ricerca, la gestualità che comporta, l’utilizzo che ne deriva, in qualche modo mette in funzione i nostri cinque sensi.
L’indimenticabile Marilyn, testimonial di Chanel N° 5. Anche grazie a lei questo profumo è diventato un mito, lei che affermava di indossare solo alcune gocce di Chanel N°5 prima di andare a dormire…
Ovviamente l’olfatto, un profumo gradevole ci inebria e scaturisce in noi quelle sensazioni positive e di benessere che arrivano immediatamente al nostro cervello. Ma anche la vista, perché sarà capitato a tutti di sentire un profumo, la sua scia, e di alzare immediatamente la testa per capire chi e che cosa ci aveva rapiti. Poi il tatto, la sensazione di toccare, sensualmente, l’oggetto dei nostri desideri, anche grazie al suo buon profumo. Udito e Gusto sono sensi più lontani dall’influenza del profumo, ma possono essere coinvolti; pensiamo che l’armonia creata da un buon profumo si può associare a quella di una bella melodia, o, addirittura, a quella di un buon sapore. Anche se personalmente trovo che la cosa maggiormente coinvolta con il profumo, sia l’intelletto, attraverso le emozioni che un determinato odore ci ha lasciato impresse.
Alcuni dei profumi più antichi, entrati nelle “leggenda”: “Jicky” di Guerlain, “Arpège” di Lanvin, “Shalimar” di Guerlain
La nascita del profumo è antichissima, il suo nome deriva dal latino “per fumus”, ovvero attraverso il fumo, poiché nell’antica Roma si usava bruciare sostanze odorose per ricevere in cambio, o semplicemente attirarle, grazie divine. Anticamente assolveva anche un ruolo “funzionale” perché i profumi gradevoli allontanavano peste ed epidemie. Poi alla corte di Re Sole, con Napoleone, fino alla Belle Epoque, ogni epoca ha adottato e amato i profumi per ragioni diverse.
Ieri: Isabella Rossellini nella campagna del profumo Trésor, di Lancome. Oggi: Penelope Cruz, sempre per Trésor
Io sono sempre stata innamorata dei profumi, ancora più che “indossarli”, la loro storia, le loro forme, le etichette, i loro nomi evocativi…, ne è una prova la mia grande collezione di boccette mignon (allora si chiamavano campioncini), collezionate da quando ero molto piccola.
La deliziosa Natalie Portman, Miss Dior Chérie, di Christian Dior
La creazione di un profumo, soprattutto se dietro c’è una importante casa cosmetica e il nome di qualche famoso designer, è un processo impegnativo e laborioso, nonché creativo, niente è lasciato al caso, dalla sua composizione (si chiama “naso” il creatore del profumo), al testimonial, al suo lancio pubblicitario, packaging, ecc. ecc. Se si pensa che “Jicky” di Guerlain è nato nel 1889, ed è il più antico profumo ancora in commercio, si capisce il potere dei profumi. Ma anche Chanel N°5, nato nel 1921, Arpège nel 1927, Shalimar (il mio preferito) nel 1925.
Charlotte Gainsbourg, “L’essence” di Balenciaga Kate Moss, “Coco” di Chanel
Charlize Theron, “J’adore” di Dior Scarlett Johansson, “Desire” di Dolce & Gabbana
Penso anche a film come “Profumo”, tratto dal best seller di Patrick Suskind, in cui si traduce molto bene in immagini (in parole nel romanzo), il potere evocativo di un profumo, memorabile la scena finale in cui l’odore perfetto anziché odio (la folla partecipava all’esecuzione dell’assassino) scaturisce “amore”, esaltazione dei sensi, tradotta in un orgia generale. Oppure nell’esilarante film “Non guardarmi, non ti sento”, in cui due improbabili testimoni, Richard Pryor e Gene Wilder, un cieco e un sordo, sono estasiati e riconoscono nella scia del profumo la killer, una bellissima donna che indossava Shalimar.
Naomi Watts, “Angel” di Thierry Mugler
Kate Blanchett, “Si” di Giorgio Armani
Da alcuni anni il profumo è diventato un business mondiale importantissimo, considerato come bene di lusso, e talvolta, un vero e proprio status symbol, anche grazie all’associazione con i più grandi stilisti e brand di moda, nonché alla ricerca di testimonial sempre più legati al mondo del cinema.
Alcune delle importanti testimonial di Chanel N° 5.. Marilyn, Catherine, Nicole e Audrey
Per realizzare un profumo generalmente si usano fiori, piante e frutti ed infatti quando penetra nell’aria che respiriamo ci fa capire quanto di buono ci sia in natura e su questo prezioso e bellissimo pianeta.
Fiori intorno a noi, foto A.G.
Tutti questi inebrianti profumi mi hanno indotto ad immaginare “il mio profumo”, così la fantasia è partita e con essa anche la matita. “Mandarino” pour homme e “Mandarino” pour famme, due essenze fresche e fruttate, di cui, per adesso, ho schizzato e ideato bottiglie e nome.
Bozzetti per “Mandarino” pour homme e “Mandarino” pour famme di Beatrice Brandini
Chanel N°5 interpretato da Andy Warhol
“Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi..” dal romanzo Profumo di Patrick Suskind
Buona vita a tutti!
Beatrice
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