“Giada” di Beatrice Brandini
Questa è la storia di una trasformazione, di un cambiamento, quello perpetuato da Giada.
Giada era sempre stata molto brava, laureata con lode presso la Bocconi, aveva conseguito un master a Londra per poi tornare in Italia e intraprendere una carriera che si prospettava naturalmente radiosa, presso una banca inglese con sede a Milano.
“Giada laureata” di Beatrice Brandini
Giada aveva sempre dovuto dimostrare che al di là del suo angelico aspetto, si celava una donna determinata e molto preparata. Una donna che si faceva largo in un mondo prevalentemente maschile, come quello della finanza, in cui le donne dovevano dimostrare il doppio degli uomini per essere considerate al loro pari, e sperare in un ruolo manageriale di comando.
Le cose stavano andando bene, tuttavia la sua vita privata era sacrificata e pressoché inesistente. Un pò per gli orari di lavoro massacranti e le continue trasferte nella sede inglese, un pò perché Giada pensava che una storia sentimentale potesse distrarla dal suo obiettivo di carriera. Non era cinica, semplicemente aveva fatto tanta fatica per arrivare fin lì, aveva rinunciato ad una parte di infanzia e adolescenza, sempre china sui libri e esposta a sfide sempre più impegnative, prima di tutto contro se stessa, pertanto niente al mondo poteva infrangere quel sogno.
Un Natale, il suo responsabile le consegnò un pacchetto, come riconoscenza del lavoro svolto e degli obiettivi raggiunti. Era la prima donna che in quella filiale aveva ottenuto quel riconoscimento.
Aprendo il pacchetto Giada scoprì che al suo interno si trovava un biglietto di prima classe per una vacanza in un isola caraibica in uno dei resort più belli e suggestivi di quell’arcipelago. Giada non sapeva cosa dire, certamente era felice, dentro di se commossa, quel regalo significava anche il riconoscimento del suo operato e ruolo.
L’altra considerazione che fece era che forse quella era la prima vera vacanza dai tempi dell’infanzia; non aveva avuto più modo di prendersi una pausa, anche quando studiava, le sue vacanze erano dedicate al perfezionamento di una lingua o ad un master, per ottenere altre competenze che accrescevano il suo già importante curriculum.
Non aveva nemmeno un guardaroba adatto, sempre in giacca e pantaloni. Decise di portare con se pochissime cose, tanto faceva caldo e sarebbe stata molto in spiaggia, quello che le ci voleva era staccare la spina dalla vita che aveva praticamente sempre vissuto.
L’albergo e il luogo andavano al di là delle più rosee aspettative, era tutto incantevole e perfetto, un posto da sogno. Giada cominciò ad andare in spiaggia e a prendere il sole, non si era mai sentita così libera. Era sola, immersa completamente con la natura, in un luogo che sembrava sospeso dal resto del mondo.
“Isola caraibica” di Beatrice Brandini
Nessun telefono che squillava, nessun meeting o conference call, nessuna notte insonne a completare presentazioni in powerpoint con i prossimi obbiettivi. Giada sembrava abituarsi a tutto quel silenzio e quella solitudine, non le dispiaceva quello che sentiva e vedeva riflesso allo specchio. Non aveva mai prestato attenzione al suo aspetto, non si era mai accorta di quanto fosse bella.
Una mattina presto decise di fare un bagno spingendosi ancora più al largo, era una brava nuotatrice e lì il mare era un incanto. Tuttavia quella mattina accadde qualcosa che cambiò per sempre Giada, o almeno la sua percezione del mondo.
Una medusa la sfiorò e lei perse conoscenza. Si risvegliò nella sua camera, dove il medico dell’albergo le spiegò che cosa fosse successo. L’avevano recuperata immediatamente dall’acqua e le avevano iniettato un antidoto poiché quella rara medusa era incredibilmente velenosa.
“Meduse” di Beatrice Brandini
Giada si sentì subito meglio, anche se debole e spaventata. Tuttavia, la prima reazione fu quella di ringraziare colui che le aveva salvato la vita, pertanto volle raggiungerlo nell’ambulatorio vicino al resort dove operava. Arrivata lì capì che dietro il lusso e la perfezione del luogo, si celava un mondo diverso, gli abitanti dell’isola erano per lo più dei pescatori che vivevano con pochi dollari al giorno. Il turismo aveva portato solo una ricchezza apparente, e certamente la maggior parte di questa era destinata alla catena del resort extra lusso di cui una holding olandese era proprietaria.
Giada vide bambini senza niente, case che sembravano catapecchie… Nel mondo erano tanti i luoghi estremante poveri e precari,, ma lì era tutto più enfatizzato poiché dalla ricchezza e dal lusso più estremo a cui erano destinati gli ospiti internazionali, si passava alla povertà assoluta, semplicemente girando un angolo.
Giada capì che quello che aveva sempre amato fare, che il mondo di cui era sempre stata attratta, quello della finanza, forse poteva darle qualcosa in più.
Tornando in Italia decise di creare una raccolta fondi, una sorta di onlus, che avrebbe sviluppato la vita dei cittadini di quel posto, istruzione, sanità, diritti. Da dedicare a quel luogo meraviglioso che non solo le aveva salvato la vita, ma quel salvataggio le aveva curato anche l’anima.
Le sue priorità erano cambiate. Non voleva certo abbandonare il suo lavoro, né la sua carriera per la quale si era sacrificata tanto, ma attraverso il suo operato, i suoi guadagni, le sue conoscenze, poteva concretamente fare qualcosa di importante e aiutare qualcuno.
“Positive” di Beatrice Brandini
Cambiò tutto, il suo modo di approcciarsi al prossimo (aveva dimenticato come sorridere), il rapporto con i suoi colleghi, aveva valutato la possibilità di innamorarsi… chissà cosa le avrebbe riservato la vita, ma valeva la pena viverla da protagonista.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Giada è bellissima e tu riesci ad emozionarmi sempre. Petra