“Margherita” di Beatrice Brandini
Margherita era una ragazza che lavorava presso la Federazione Tennis ed era follemente innamorata di un giovane tennista.
Margherita era giovane, i suoi passatempi erano lo sport, lo studio, il cinema e la lettura. Dopo il lavoro trascorreva la serata in casa con i suoi genitori, con l’amica del cuore, ma il momento che amava di più era quello che trascorreva col padre, grande appassionato di sport che le aveva fatto avere anche quel piccolo lavoro da impiegata presso la Federazione.
Un giorno doveva riscrivere la lista che le aveva consegnato il responsabile dello staff tecnico, relativa alla partecipazione degli atleti ad un importante torneo internazionale, ma nel ricopiare la lista dei tennisti partecipanti, fece un errore gravissimo. Scrisse il nome del ragazzo che le piaceva da morire (a cui stava pensando in quel momento), invece di quello selezionato. Mentre scriveva rivedeva quel ragazzo che si allenava nei campi, inconsciamente la mano con cui digitava sul pc, associò quel soggetto. Lei non si accorse dell’errore e neppure lo staff.
Passarono alcune settimane e finalmente arrivò la chiamata da Londra, fra i partecipanti c’era il giovanissimo amore di Margherita: Giovanni.
“Giovanni”, l’amore di Margherita di Beatrice Brandini
A quel punto lo staff tecnico si accorse dell’errore ma il torneo iniziava dopo un paio di giorni e non c’erano più i presupposti per modifiche (oltretutto l’Organizzazione Londinese non le avrebbe mai accettate). Nel frattempo l’escluso era leggermente infortunato ad un ginocchio e convinto che la negazione alla sua convocazione fosse proprio dovuta all’ infortunio. Lo staff tecnico non sapeva come giustificare una cosa del genere, così quando il tennista disse loro che era infortunato, tirarono un sospiro di sollievo e confermarono che era quello l’unico motivo della sua mancata partecipazione.
Intanto scorreva sullo schermo televisivo la prima partita di tennis e a giocare era proprio il giovanissimo amore di Margherita. Mentre tutti pensavano che non avrebbe vinto neppure un set (gli avversari erano tutti agguerriti e di un livello tecnico altissimo), lui fece un exploit e vinse la sua prima partita internazionale. Le partite si susseguivano senza sosta e il ragazzo che non aveva chance (lo staff tecnico ne era convinto) giocava con fantasia, coraggio e leggerezza, divertendosi e divertendo il pubblico. Non si sa come mai ma vinse anche la seconda partita e poi la terza, ormai tutti conoscevano il suo nome, i fan italiani ed inglesi erano pazzi di lui. Giovanni stava facendo miracoli, man mano che le sfide si susseguivano, acquistava fiducia in se stesso, si sentiva invincibile, e forse chi lo spingeva al successo era anche Margherita con il suo pensiero positivo.
“Margherita e la sua famiglia guardano Giovanni nel torneo inglese” di Beatrice Brandini
In Italia era scoppiata la Giovanni mania, un tifo bellissimo, tutti facevano a gara per salire sul carro del vincitore e prendersi un pò del merito. Arrivò il giorno della semifinale e quel ragazzo semi sconosciuto era uno dei pretendenti alla finale. Quell’errore fatto da Margherita si stava rivelando un miracolo, una benedizione per la Federazione, per gli italiani e per tutto lo sport.
Iniziò la semifinale, Giovanni giocava benissimo, non sbagliava una palla, la sua tattica era imprevedibile e casuale, tanto che il suo fortissimo avversario non riusciva a capire niente. La partita durò un’eternità e i due giocatori si ribattevano colpo su colpo, punto su punto. Alla fine Giovanni pensò a tutti i campioni che aveva visto giocare, guardando le loro partite nella sua pur breve vita agonistica di tennista, questa fu probabilmente la forza in più che gli fece avere la meglio e aggiudicarsi l’incontro per raggiungere la sospirata finale.
Quando arrivò il giorno della finalissima Margherita osservava da casa la partita in TV, tappandosi gli occhi di tanto in tanto durante i punti decisivi ricchi di pathos. Tutti pensavano che mai avrebbe vinto il torneo, poiché il suo era un avversario proibitivo, in tutta la sua carriera i match che aveva perso si contavano su una mano. Nonostante ciò il giovane non ne aveva soggezione, era così concentrato che sembrava una forza della natura, faceva ogni punto con l’autorità di un gigante. Stranamente non ci fu partita, un pò il tifo del pubblico, un pò l’entusiasmo, un pò l’amore di Margherita…, ma soprattutto l’atteggiamento positivo e attento resero il giovane italiano imbattibile, la finale fu vinta proprio da quest’ultimo. Giovanni divenne una leggenda, il più giovane campione ad aver vinto quel famoso torneo, un eroe in patria.
“La Coppa del vincitore” di Beatrice Brandini
Una volta a casa, durante un allenamento, i suoi preparatori tecnici, gli dissero di ciò che era accaduto all’iscrizione e che il merito del suo successo era in gran parte dovuto all’errore della segretaria Margherita. Decide allora di conoscerla meglio e nel giro di poche settimane diventano inseparabili. Lui capì subito di aver avuto il suo secondo colpo di fortuna, quella ragazza era sicuramente la donna che avrebbe desiderato accanto nella sua vita. L’amore fra i due giovani divenne sempre più forte, coronando in una promessa di matrimonio.
“Margherita coi capelli lunghi” di Beatrice Brandini
Lui non ripeté più exploit e successi importanti nel tennis e Margherita si laureò in Medicina Sportiva, Giovanni, dopo il tennis giocato, diventò un formidabile giudice internazionale. Ai suoi figli insegnò la lealtà e l’impegno, affinché la disciplina e la verità del merito trionfassero in ogni sport. Ripeteva spesso loro, che a vincere doveva essere sempre quello che lo meritava, perché solo così si poteva essere di esempio per le generazioni successive, per i campioni del domani, come lo era stato lui quel giorno a Londra.
Di fronte ad un vero campione anche l’avversario è indotto all’ammirazione. I suoi figli giocarono a tennis come il padre, ma mai furono dei campioni, perché come spesso accade il talento non si può certo tramandare. Diventarono invece dei bravi professionisti, uno diventò medico, l’altro un avvocato. E quando la famiglia aveva del tempo libero, si ritrovava e disputava un doppio insieme.
Il bello dello sport non è solo dove ti può far arrivare e quali limiti far superare, ma anche migliorare il proprio carattere e la propria testa. Loro lo avevano capito bene e per questo motivo ammiravano ancora di più il padre Giovanni e la mamma Margherita, da cui tutto era nato.
Invecchiando, con il passar del tempo, quando erano soli, Margherita e Giovanni ripensavano alla loro storia d’amore, di tanto in tanto guardavano anche il filmato del trionfo a Londra, ma quello che li rendeva più orgogliosi e fieri non era il trofeo inglese, ma la famiglia e l’amore che avevano avuto.
“Margherita e Giovanni anziani” di Beatrice Brandini
Sono passati tanti anni, ma ancora oggi gli sguardi di Margherita e di Giovanni sono complici e innamorati. Margherita con il suo amore spontaneo, aveva creato intorno a sé una immensa gioia, rendendo il mondo migliore anche per tutti noi.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Dopo Federer, Nadal e Djokovic un piccolo posticino va trovato anche a questo Giovanni, perché anche se nato dalla sua fantasia ha avuto tutte le qualità dei grandi campioni di tennis.